La geopolitica ci dice che la Groenlandia è terra americana (gli Stati Uniti nel 1946 offrirono cento milioni di dollari per comprarla, ma la Danimarca rifiutò) e che le isole britanniche sono per metà atlantiche e per metà europee. Nel lungo periodo, andando per tentativi ed errori, Regno Unito e Unione troveranno una formula di convivenza ottimale e riusciranno a dimenticare ostilità e rancore, ma
i 27 anni che sono occorsi ai groenlandesi e agli europei per trovare alla fine un buon accordo sono un precedente che fa pensare.
La sterlina, negli anni, dovrà ancora svalutare. Gli investimenti esteri che fino ad oggi hanno finanziato il disavanzo delle partite correnti caleranno vistosamente. I giapponesi che hanno costruito i loro impianti automobilistici in Inghilterra apprezzano sicuramente la bellezza dei paesaggi e la certezza del diritto, ma solo se la loro produzione ha accesso all'Unione. Altrimenti, volendo, ci sono paesaggi bellissimi anche in Slovacchia.
Certo, il Regno Unito attutirà il colpo perché è flessibile. Avere
abbassato le ratio patrimoniali delle banche una settimana dopo Brexit mostra velocità e intelligenza, così come è una mossa abile e corretta avere prospettato, da parte di Osborne, l'
abbassamento della corporate tax al 15 per cento. Se il
nuovo primo ministro sarà Theresa May (tanto flessibile e pragmatica quanto la Thatcher fu rigida) il dialogo con l'Unione sarà meno difficile.
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