Facebook Pixel
Milano 19-apr
33.922,16 +0,12%
Nasdaq 19-apr
17.037,65 -2,05%
Dow Jones 19-apr
37.986,4 +0,56%
Londra 19-apr
7.895,85 +0,24%
Francoforte 19-apr
17.737,36 -0,56%

Due piccole differenze

L'inflazione media e la fine della curva di Phillips


La Fed, dal canto suo, ha volato più basso e, pur perfettamente sintonizzata con gli umori politici di un'America agitata e nevrotica, ha mantenuto un profilo più tecnico. Ha cioè lavorato di fino sui due mandati paralleli che il Congresso le ha affidato, il controllo dell'inflazione e il perseguimento della massima occupazione. Su entrambi i fronti ci sono novità. O, per dirla meglio, c'è la proclamazione solenne, incisa nella pietra, di novità che erano già nell'aria da un paio d'anni e che erano già nei documenti ufficiali e nella mente dei mercati, ma non con la forza conferita loro da un documento solenne.

In pratica sul primo fronte, quello dell'inflazione, il famoso obiettivo del 2 per cento (che a suo tempo destò molti dubbi sia perché alto sia perché arbitrario) viene formalmente confermato. Ma non si tratta più di un 2 per cento resettato ogni anno, ma di un 2 per cento medio nel tempo (in un tempo volutamente lasciato nel vago). In pratica la banca centrale si riserva di recuperare l'inflazione eventualmente non realizzata nella fase precedente superando temporaneamente (per uno o più anni) il tetto del 2 per cento.

Che le banche centrali abbiano superato in passato i loro obiettivi d'inflazione è ben noto. La stessa Bce, costruita, a differenza della Fed, sull'unico mandato del controllo dell'inflazione, non è mai riuscita nel suo intento (definito con pignoleria come vicino ma inferiore al 2 per cento) ed ha accettato il 3 per cento nel suo primo decennio e l'uno per cento dopo la Grande Recessione. Questa volta però, nel caso della Fed, non si tratta di mancare un obiettivo ma di annunciare di volerlo mancare (ovvero, nella fattispecie, di volerlo alzare per qualche anno).

Il concetto di inflazione media era già stato introdotto da mesi nei comunicati del Fomc. Ora diventa policy ufficiale.

Il secondo fronte di affinamento, quello dell'obiettivo di occupazione, è stato meno notato dal mercato, ma è forse ancora più importante. Fino a qualche anno fa, le banche centrali calcolavano il livello massimo di occupazione che si poteva raggiungere senza generare inflazione salariale. Appena ci si avvicinava a quel livello (prima di raggiungerlo) si cominciava ad alzare i tassi. Da qualche anno, i dubbi crescenti sull'efficacia della curva di Phillips (che lega tra loro occupazione e inflazione) avevano indotto le banche centrali a maggiore prudenza.
Condividi
"
Altri Top Mind
```