(Teleborsa) - Il Ceo di
Stellantis,
Antonio Filosa, ha lanciato un forte appello all’assemblea Anfia – alla presenza in videocollegamento del ministro Urso – chiedendo una
revisione urgente delle regole europee sulle emissioni e una strategia industriale più competitiva. Filosa ha evidenziato come oggi si registri "un allineamento politico tra alcune dichiarazioni recenti dell’amministrazione tedesca e di quella francese", segnale che "molti importanti
stakeholder stanno chiamando a un’assunzione di buon senso" per rivedere il quadro regolatorio europeo con un approccio "più flessibile e allineato al
mercato".
Secondo il Ceo, la
geopolitica è ormai "un fattore interno cruciale" per l’industria: decisioni prese oggi "impatteranno quello che succederà nei prossimi 10, 15, 20 anni". Ma il nodo centrale resta la
competitività. Filosa ha affermato che in
Europa "le normative troppo stringenti e l’eccessiva dipendenza dalle catene di fornitura extra-europee ci impediscono di guardare al futuro con la stessa fiducia" con cui guardano gli
Stati Uniti, che hanno rivisto standard emissivi e introdotto dazi per favorire il
reshoring industriale. Per questo, sostiene, "è necessario che l’Unione Europea e i suoi Stati membri agiscano con urgenza".
La ricetta proposta passa da una
decarbonizzazione "flessibile, realistica e graduale", con obiettivi separati per veicoli commerciali e passeggeri, e da misure per rinnovare un
parco auto europeo in cui 150 milioni di vetture hanno oltre 10 anni. Filosa chiede inoltre
incentivi per sostenere la produzione di nuove auto elettriche e ibride "piccole e accessibili" e un meccanismo premiale per rafforzare la filiera produttiva "
Made in Europe".
Filosa ha poi ricordato gli impegni presi con il
Tavolo Stellantis: 2 miliardi di investimenti negli stabilimenti italiani e oltre 7 miliardi di acquisti da fornitori nazionali, più dei 6 miliardi inizialmente annunciati.
Guardando al futuro, però, l’esecutivo di Stellantis avverte: "È fondamentale salvaguardare la
produzione nazionale", perché l’Italia soffre "una grave mancanza di competitività" rispetto ad altri Paesi europei. Colmare questo divario richiede "azioni strategiche" su energia, costo del lavoro e catena di fornitura, per garantire il futuro dell’
intera filiera automotive italiana.