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Grandi banche italiane, Fitch: liquidità e raccolta resilienti grazie a depositi stabili

Banche, Finanza
Grandi banche italiane, Fitch: liquidità e raccolta resilienti grazie a depositi stabili
(Teleborsa) - La liquidità delle cinque maggiori banche italiane dovrebbe rimanere solida nonostante le attuali condizioni di mercato volatili, grazie soprattutto a strutture di finanziamento dominate dai depositi dei clienti, che hanno dimostrato una grande stabilità attraverso i vari cicli economici. Lo afferma Fitch Rating in un nuovo report che tiene in considerazione Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM, Gruppo Iccrea e BPER Banca, tutti istituti che operano come banche universali e hanno strutture di raccolta simili, con depositi della clientela che rappresentano tra il 60% e il 72% della raccolta totale.

L'accesso al funding varia per aree geografiche e strumenti di debito tra le cinque banche, con Intesa e Unicredit le più attive, anche nei periodi di volatilità del mercato.

Fitch evidenzia che rapporto mediano prestiti/depositi da clientela delle banche era dell'89% a fine settembre 2022, ben al di sotto della media quadriennale, riflettendo un aumento più rapido dei depositi rispetto ai prestiti negli ultimi anni. "La crescita dei depositi ha iniziato a rallentare nella prima metà del 2022 e prevediamo che questa tendenza acceleri nel 2023", si legge nel rapporto, che cita l'inflazione, l'aumento dei tassi di interesse, la fine di tutele Covid e la concorrenza di opzioni di investimento alternative.

Tutte e cinque le banche hanno emesso debito, principalmente obbligazioni privilegiate senior, tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023, e Fitch prevede che "l'appetito degli investitori per le banche sarà resiliente, nonostante il rallentamento economico". Tuttavia, i costi di emissione sono inevitabilmente aumentati a causa dell'aumento dei tassi di interesse.

Inoltre, le banche sono state finora in grado di limitare i il pass-through dei tassi sui depositi, riflettendo il loro forte potere di determinazione dei prezzi. Intesa e Unicredit hanno affermato che il loro beta di deposito potrebbe aumentare al 30%-40% nel 2023, ma i maggiori costi di finanziamento non dovrebbero incidere materialmente sulla redditività, poiché tassi di interesse più elevati aumenteranno anche le entrate, in particolare poiché gran parte dei prestiti in Italia è tasso variabile.

Infine, le banche dispongono di una capitalizzazione adeguata per assorbire il potenziale deterioramento della qualità degli attivi, pur perseguendo distribuzioni di capitale in linea con i loro piani. Le banche avevano un rapporto mediano di Common Equity Tier 1 (CET1) del 14,3% alla fine del 2022.
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