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Il fantasma della dignità



Chiediamo venia ai molti estimatori del grande Buñuel per aver preso a prestito, parafrasandolo, il titolo di un suo celebre capolavoro cinematografico di metà anni '70. Può sfuggire il nesso fra l'opera di uno dei più importanti registi del secolo scorso e la rappresentazione della realtà effettuata tramite una citazione solo in apparenza metafisica.

In verità a ben guardare un tratto comune esiste: nel film si susseguono una serie di episodi il cui filo conduttore è il trionfo del grottesco e l'apologia dello sberleffo; nel quotidiano del sistema Italia spesso il confine fra tragedia e farsa è talmente labile da diventare indistinguibile ed i migliori comici (ovvero i guitti più sguaiati) non si trovano a teatro ma sono democraticamente eletti e si esibiscono tutti i giorni in ogni possibile consesso, aule parlamentari o consiliari, media o pubbliche piazze. Poco importa se il copione è ripetitivo, la recitazione approssimativa, spesso fuori dalle righe, non di rado sgangherata; lo sprezzo del ridicolo è un valore da molti condiviso così come la mancanza di dignità. E' in ogni caso indiscutibile che si è in presenza ad un auto sberleffo inconsapevole ma di sicuro effetto. Peccato che il prezzo del biglietto lo paga il Paese, lo paghiamo tutti noi.

È stata una conferenza stampa esilarante quella di presentazione della Manovra Finanziaria: il titolare del Tesoro che in diretta dà del cretino ad un suo collega è un sublime pezzo di avanspettacolo che raramente si ha occasione di vedere. Un po' patetico il seguito, con baci ed abbracci riparatori ed attestati di stima ai quali i primi a non credere sono ovviamente i protagonisti. E poi accanirsi su Brunetta in questo momento è un po' come sparare sulla Croce Rossa! Alla luce degli insuccessi personali anche fra i suoi concittadini probabilmente anche De Amicis gli avrebbe dedicato un capitolo: dalla Piccola Vedetta Lombarda al Piccolo Trombato Veneziano.

Dicevamo della Manovra: dopo giorni di incertezza, di indiscrezioni e di smentite, di anticipazioni e di mezze verità, si inizia ad intuirne il contenuto, ammesso e non concesso che l'esame dell'Aula confermi le misure annunciate, anche perché oltre all'ovvia e normale attività dell'opposizione è il cosiddetto "fuoco amico" l'insidia più probabile. Rebus sic stantibus il nostro giudizio non è positivo, anche se su un concetto siamo d'accordo con Tremonti: qualunque siano gli interventi che verranno adottati, questi dovranno portare all'invarianza del saldo finale, pari a poco meno di 50 miliardi da qui al 2014.

Stante questa premessa e al di là di ogni altra considerazione in merito alle concrete possibilità di intervento del Ministro del Tesoro sulla base della futura legge delega in materia fiscale (intervento che vale 15 miliardi), visti anche i condizionamenti e le pressioni a cui viene quotidianamente sottoposto, la decisione di puntare su tagli massicci ai trasferimenti a favore degli Enti locali non potrà che provocare un innalzamento della pressione fiscale da parte di questi ultimi e quindi di quella complessiva a carico delle famiglie. Anche la riduzione delle risorse al settore sanitario sembra un film già visto il cui effetto non sarà certo un recupero di efficienza ma una ulteriore riduzione delle prestazioni, soprattutto a svantaggio delle fasce meno abbienti.

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