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Ogni promessa è un debito... pubblico

Da qui al voto è lecito attendersi un vero e proprio florilegio di future meraviglie, se non di miracoli veri e propri, di impossibile realizzazione.

Manca una settimana alle elezioni e l’odore di promesse avvizzite, a cui viene sistematicamente cambiata la data di scadenza, inizia ad insinuarsi sempre più invasivo nell’aria televisiva e massmediatica. Il crescendo appare inarrestabile e da qui al voto è lecito attendersi un vero e proprio florilegio di future meraviglie, se non di miracoli veri e propri, di impossibile realizzazione. Quello che difetta in questa corsa alla lusinga più inverosimile è, come vedremo più avanti, la credibilità delle ricette: la maggior parte di quelle propinateci appaiono difficilmente praticabili, altre decisamente improponibili. Siccome il grado di affidabilità di ogni proposta va valutato rispetto allo “stato dell’arte”, cioè alla reale situazione economico-sociale del Paese attestata dalle statistiche ufficiali, tenendo nella giusta considerazione che ogni futura azione non può prescindere dalla nostra collocazione europea e internazionale, è da questi due elementi che ogni analisi seria deve partire.

Negli ultimi anni agli occhi del mondo siamo stati il palcoscenico ideale per una rappresentazione che da Steven Soderbergh avrebbe ben potuto prendere a prestito il titolo (Sesso, bugie e videotape); al momento l’unico elemento mancante sono le videocassette ma la loro esistenza non può essere del tutto esclusa. Chiunque abbia avuto la possibilità di soggiornare all’estero può confermare che la cifra identificativa dell’Italia era proprio questa: un sistema politico ad alto tasso di corruzione con una permanente vocazione allo scandalo, popolato, come direbbe Francesco Guccini, da meretrici di regime di ogni classe ed età, onesti mafiosi riciclati e intrepidi nostalgici convertiti per convenienza alla dialettica democratica.

Il lascito più importante, sicuramente inconfutabile, del 2012 è costituito dalla nostra ritrovata credibilità sulla scena internazionale. La discesa dello spread, che rispetto al livello di novembre 2011 si è dimezzato, ne è la naturale conseguenza. Chi ipotizza complotti orditi da oscure entità, prima di parlare dovrebbe ricordare i due fattori che influenzano le scelte dei Mercati e dei loro attori: fiducia nelle Istituzioni e aspettative. Se le prime sono colpite da un discredito generalizzato e le seconde sono negative la punizione arriva inesorabile; è praticamente certo che ciò possa ripetersi nel prossimo futuro qualora l’esito elettorale fosse giudicato poco rassicurante per la tenuta del nostro sistema-Paese.

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