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Italiani, beccaccioni due volte!

Comprati anche dai Cinesi e ricattati sui mercati

Italiani, un popolo ricco e beccaccione.

Dopo essersi lamentati per anni della scarsa competitività delle imprese italiane e della limitata attrattività del nostro sistema produttivo nei confronti degli investimenti esteri, si scopre che ormai oltre il 51% delle azioni quotate a Piazza Affari è in mano straniera.

Le Grandi banche sono già in mano ai Fondi, mentre le piccole devono essere prima scuoiate per bene in vista di essere cedute per un euro, magari tra un paio d'anni, come richiede la Direttiva BRRD nel caso di salvataggi con il sacrificio di obbligazionisti e depositanti.

Il risparmio degli Italiani abbandona, a ben ragione, le obbligazioni bancarie, e si affida al risparmio gestito. E' preso tra Scilla e Cariddi: se viene lasciato in Banca, c'è il pericolo di perdite nel caso di default, e comunque gli interessi sono bassi; se viene dato in gestione, si pagano comunque ricche commissioni e comunque si rischiano perdite. E' finita l'era del risparmio tutelato e garantito: siamo tutti investitori. Il risparmiatore è morto per sempre, è una razza estinta che veniva protetta solo dalla Costituzione italiana, diventata carta straccia. Ormai il Trattato di Lisbona e le Direttive della Unione europea prevalgono su tutte le Leggi fondamentali degli Stati europei; ad eccezione di quella tedesca, guarda caso!

Il risparmio italiano viene impiegato all'estero, da Fondi esteri, come risulta dalla bilancia dei pagamenti. Nel conto finanziario le acquisizioni nette di attività sull'estero si sono attestate, nei dodici mesi terminanti a marzo 2017, a 57,5 miliardi. Il saldo positivo per investimenti di portafoglio è stato di 168,1 miliardi (risultato di acquisti netti di attività estere da parte dei residenti per 83,4 miliardi e di vendite nette di attività italiane da parte dei non residenti per 84,7 miliardi), compensato da quello negativo per altri investimenti (107,0 miliardi). In pratica, mentre gli Italiani fanno investimenti di portafoglio all'estero, dall'estero si riduce questo tipo di impiego. Ma, quando si arriva alla voce Altri investimenti, dall'estero ci sono ben 107 miliardi di euro che arrivano in un anno: questa è la sorpresa.

Il mercato non perdona: gli Italiani non aspettano la prossima buriana e gli stranieri si sono già allertati da tempo. Tutti sono pronti a scommettere sul calo del valore dei titoli di Stati italiani, non appena la BCE di Mario Draghi darà il segnale che la cuccagna del Qe si avvia alla fine. Per chi non sarà stato pronto a speculare, si annunciamo vistose minusvalenze sui conti. Ricomincerà la baldoria.
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