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E' ancora un FinMeccano

Leonardo non ha convinto il mercato: gli errori si pagano, sempre

Quella che doveva essere la gallina dalle uova d'oro, è diventata la fonte di tutti i problemi finanziari, perché l'indebitamento di Finmeccanica era divenuto tale da impedire il finanziamento degli investimenti necessari per stare al passo con la concorrenza in un settore a forte intensità di ricerca e sviluppo, che si recuperano nel tempo con le commesse. Poiché aveva già speso tutto per “comprare”, non aveva più soldi né credito per “fare”.

Come se non bastasse, il cambio del vento politico negli Usa fu netto, con la nuova Presidenza di Barack Obama: anche l'altro fiore all'occhiello della presenza di Finmeccanica negli Usa, la realizzazione dell'elicottero Marine One, fu una delusione. La commessa non andò in porto per via dell'aumento del costo del progetto, lievitato da 6 a 13 miliardi di dollari a causa delle modifiche chieste nel corso del tempo dalla Marina americana. Barack Obama, in una situazione di grave crisi economica per l'America, fece il bel gesto: l'elicottero costava troppo. Per Finmeccanica fu una doccia fredda.

Gli errori generano altri errori. L'indebitamento accumulato per acquisite DRS impose altre scelte sbagliate: cedere per fare cassa, non avendo finanza sufficiente per sviluppare neppure il settore del trasporto ferroviario in capo alla Ansaldo Breda e, soprattutto, tenersi in casa il gioiello rappresentato da Ansaldo STS, leader mondiale nel settore della segnalazione e trasporto. Furono cedute entrambe, anche se Ansaldo Breda aveva un ricco portafoglio di ordine da parte delle Ferrovie dello Stato, visto che dalle sue officine esce il Frecciarossa. E così un altro piccolo capolavoro della tecnologia italiana ha preso il volo, a favore dei giapponesi di Hitachi.

Non parliamo poi delle alleanze: quelle nel campo aerospaziale, con i francesi, sono simmetriche solo in apparenza. Perché l'accordo di cooperazione nel settore della manifattura, che vede insieme Thales ed Alenia con una compagine a maggioranza francese, vale molto di più del segmento servizi in cui la joint-venture è a maggioranza italiana.

La parte degli aerei vede ancora altre incertezze, per via della partecipazione di Finmeccanica sia in ATR sia in MBDA: sono mercati completamente diversi, e sarebbe sbagliato cedere ancora la quota in MBDA per prendersi tutta ATR.

Veniamo alle strategie manageriali: la riorganizzazione in One Company ha portato via oltre due anni di tempo, sacrificati alla elaborazione di strategie produttive. L'intero management si è occupato prevalentemente di procedure, bilanci, scioglimento di consigli di amministrazione, nuovi organigrammi e funzioni: quando c'è di mezzo la carriera, al business ci si pensa dopo. O non ci si pensa affatto.

E così ci troviamo oggi: con la controllata americana DRS che vale circa la metà del prezzo di acquisto, con il debito che impedisce investimenti produttivi nonostante le cessioni di Ansaldo Breda e STS, e soprattutto legati mani e piedi al solo settore degli elicotteri.

Finmeccanica è stata montata e smontata negli anni, senza tregua: tra le acquisizioni spesso forzate di aziende di elettronica ormai in declino, gli acquisti in America a prezzi eccessivi, le cessioni per fare cassa, le riorganizzazioni che hanno fatto perdere tempo prezioso.

Leonardo non ha convinto il mercato: gli errori si pagano, sempre.

E' ancora un Finmeccano.

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