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L'Europa mercantilista cresce poco e male

Esporta deflazione e disoccupazione verso il resto del mondo

Non c'è affatto di che essere fieri di questa Unione europea: produce più di quanto consuma, esporta più di quanto importa. E così non cresce, non fa investimenti per migliorare la produttività, riduce i salari per mantenersi competitiva sui mercati internazionali. La disoccupazione giovanile mette in crisi l'equilibrio dei sistemi pensionistici a ripartizione, perché le aziende non investono e non assumono.

Invece che il benessere per la collettività, si insegue l'aumento dei profitti ed il mantenimento delle rendite.

Addirittura, il Fiscal Compact considera il NAWRU (Non Accelerated Wage Rate of Unemployment) come uno dei parametri fondamentali per la stabilità economica: si tratta di mantenere la disoccupazione ad un livello tale per cui l'aumento dei salari non crea inflazione. In pratica, tanto più è elevato il livello di disoccupazione tanto più è basso il rischio di richieste di aumenti salariali.

I dati sono impietosi.

Nel 2008, il PIL dell'Unione europea era pari a 13.072 miliardi di euro. Nel complesso, il saldo commerciale per beni e servizi (escludendo quindi tutte le rimesse unilaterali e le transazioni per partite finanziarie) era stato attivo per 21,6 miliardi di euro, una somma pari allo 0,2% del PIL. In pratica, questo era l'attivo dell'Unione europea verso il resto del mondo, perché al suo interno i saldi attivi e passivi si compensano.


Infografica Unione Europea

Dieci anni dopo, nel 2017, il PIL dell'Unione europea è stato di 15.326 miliardi di euro, con un aumento di 2.255 miliardi rispetto al 2008. L'incremento del PIL a prezzi correnti, che considera la somma della variazione in termini reali e di quella dei prezzi, è stato del 17,2%. Il saldo commerciale del 2017 è stato di 551 miliardi di euro, pari al 3,6% del PIL di questo anno, con un incremento di 530 miliardi di euro rispetto al 2008. Il rapporto tra il saldo commerciale (530 miliardi) ed il PIL (15.326 miliardi) è salito dallo 0,2% al 23,5%. In pratica, tra il 2008 ed il 2017, un quarto della crescita del PIL europeo è stata determinata dall'aumento del saldo commerciale.

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