Leggete queste frasi: "La Russia resta un partner strategico per affrontare le sfide regionali e globali. Pertanto, l'Italia incoraggerà l'UE a studiare modalità per rilanciare il dialogo tra l'Unione europea e la Russia e cogliere le opportunità per migliorare il partenariato strategico, qualora il contesto generale di riferimento lo consenta. Nel dialogo con la Russia, sarà riservata particolare attenzione alla democratizzazione, al processo di modernizzazione e alle prospettive del Partenariato Orientale".
Chi pensate che le abbia scritte? Matteo Salvini? Sbagliato! Sono contenute nel documento ufficiale presentato nel 2016 da Matteo Renzi, allora in carica come Presidente del Consiglio italiano, dal titolo "Programma della Presidenza Italiana del Consiglio dell'Unione Europea. Un Nuovo Inizio".
E' un vero paradosso: anche sulla immigrazione, la colpa del centrosinistra è solo di non essersi mai battuto fino in fondo per le idee e le proposte che aveva elaborato. Eccole, come sono formalizzate nello stesso documento: "La Presidenza ritiene indispensabile proseguire gli sforzi per l'ulteriore sviluppo della gestione integrata delle frontiere, al fine di controllare meglio le frontiere esterne e combattere l'immigrazione irregolare, il traffico di migranti, la tratta di esseri umani e altre forme di criminalità transfrontaliera e transnazionale collegate alla tratta di esseri umani, nel pieno rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'UE."
Matteo Renzi presentò anche un altro documento, intitolato: "Migration Compact. Contribution to an EU strategy for external action on migration". Si affermava chiaramente la necessità di abbandonare la strategia passiva, di attesa dei profughi in fuga dalla povertà: "All existing initiatives and instruments in the field of external action should be directed (in a coherent way with the internal ones) to developing an active strategy, focussing first and foremost on African countries of origin and transit".
Era esattamente la posizione che viene oggi sostenuta da Matteo Salvini, divenuto Ministro degli Interni, che sta bloccando i porti alle ONG che raccolgono i profughi di fronte alle coste libiche, predicando: "Aiutiamoli a casa loro!".
La cosa più curiosa di tutte è che la posizione del governo italiano in carica, presieduto da Giuseppe Conte, che è stata presentata a Bruxelles nel corso della riunione informale del Consiglio europeo di sabato scorso, in vista della riunione del 28-29 giugno, è praticamente identica a quella che era stata indicata nel 2014 da Matteo Renzi: il documento si intitola "European Multilevel Strategy for Migration" e propone di "intensify agreements and relations between the European Union and third countries from which migrants depart or transit through and invest in projects there".
La differenza tra Matteo Renzi e Matteo Salvini sta solo nel aver alzato il livello dello scontro: il primo si era limitato a presentare un documento sulle politiche migratorie, che è rimasto senza alcun seguito. Troppo arrendevole, dunque, di fronte alle obiezioni degli altri Paesi, così come accadde per la richiesta di maggiore flessibilità sul Fiscal Compact: accettò la posizione tedesca, sostenuta dalla Cancelliera Angela Merkel, secondo cui la flessibilità era già prevista dal Trattato. Fu così che, in cambio di pochi decimi di deficit in più, Matteo Renzi rinunciò alla richiesta presentata.
La Germania, per bloccare il flusso di migranti che attraversavano le frontiere dell'Europa sud orientale, ha fatto stipulare all'Unione europea un Accordo con la Turchia di Erdogan, che costa un bel po' di miliardi di euro l'anno. E' la stessa cosa che avremmo dovuto fare anche noi, da anni, coinvolgendo in piani di sviluppo i Paesi dell'Africa sub-sahariana. Perché i migranti fuggono soprattutto dalla miseria senza prospettive. Dare loro un alloggio e l'elemosina qui, in Italia ed in Europa, è una soluzione sbagliata ed ingiusta.
Servono politiche di sviluppo per l'Africa, non lo sfruttamento neocoloniale mascherato dalla carità pelosa dell'accoglienza.
Arrendersi al blocco franco-tedesco è stato l'errore che ha portato la sinistra italiana alla disfatta.
Dai rapporti con la Russia all'immigrazione: da Renzi a Salvini, cambiano i metodi, non gli obiettivi.
C'è Matteo e Matteo.