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La Tav? Solo archeologia geopolitica

Neppure la Via della Seta passerà per Torino


Si passa quindi dalla strategia dei primi anni Ottanta, che aveva come priorità la creazione del Mercato Unico europeo in un contesto definito dal Trans European Network (TEN-T), a quella che punta alla integrazione dei Paesi dell'Est europeo, che prima facevano parte del Blocco Sovietico e del Patto di Varsavia.

Prima le Reti trans-europee (TEN-T), poi gli Assi, ed infine i Corridoi pan-europei non sono affatto la stessa cosa: seguono logiche geopolitiche che si configurano in tempi diversi.

Una volta integrati i Paesi dell'Est europeo, il nuovo contesto geopolitico è rappresentato dalla avanzata della Cina e dal suo progetto BRI (Belt & Road Initiative) che approda nel Mediterraneo, sempre meglio collegato all'Oceano Indiano dopo il raddoppio del canale di Suez.

Sempre che non si apra la Rotta artica che sembrerebbe ormai praticabile per via della riduzione della banchisa polare, i porti di Genova e di Trieste diventerebbero teoricamente due terminali preferibili per le merci proveniente dall'Asia, rispetto a quelli del Nord Europa.

Ci sono però delle controindicazioni enormi: la TAV Torino-Lione sarà pronta tra una decina d'anni, e comunque non basta. Occorre potenziare Genova: ma qui il retroporto è inesistente, ed i collegamenti ferroviari ed autostradali sono fermi da decenni. Trieste, a sua volta, è stretta dalla frontiera.

In un ipotetico raccordo con la Cina, e nella prospettiva per l'Italia di diventare uno snodo logistico tra Europa ed Asia, forse sarebbe più utile il Porto di Gioia Tauro, opportunamente collegato con un passante ferroviario. Mentre la Calabria avrebbe un ruolo per la logistica, la Puglia diventerebbe un hub energetico essenziale con la TAP, collegandosi sia ai giacimenti dell'Azerbaijan che in futuro a quelli sottomarini intorno a Cipro e di fronte ad Israele.

Torino guarda alla TAV come rimedio ad un irreversibile declino, e lo stesso accade per Genova. I Paesi dell'Est europeo, ed ormai anche la Ucraina, ormai sono ben connessi dal punto di vista economico all'Unione europea ed alla Nato.

Neppure la Via della Seta passerà per Torino.

La TAV?

Solo archeologia geopolitica.
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