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Prezzi disordinati: inflaziona chi può

E le Banche centrali sono impotenti


Ci sono dunque settori, come quello dell'energia, in cui pochi operatori controllano il mercato e le sue dinamiche, che riescono ad aumentare i prezzi in modo straordinariamente elevato. Il paradosso è che nel settore dell'energia, la dinamica dei prezzi regolamentati è enormemente più elevata rispetto a quella del settore in concorrenza: in un mese si accelera dal +34,2% al + 34,4%. La regolamentazione, in questa fase, tutela i produttori interni, perché trasla tutti i rincari sugli utenti: con questo meccanismo, non c'è nessuna convenienza a resistere agli aumenti.

Ci sono settori in cui, al contrario, i prezzi scendono, come nell'Abbigliamento e calzature, essendo influenzati dalle vendite in saldo di fine stagione: quest'anno, infatti, registrano un calo congiunturale (-4,0%) molto meno ampio di quello di agosto 2020 (-18,6%).L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +0,4% a +0,6%: in queste condizioni è dunque fuori luogo affermare che ci si trovi in una condizione parossistica, di inflazione galoppante.

Ci sono prezzi, come quelli energetici, che crescono però in modo smisurato: ma una stretta monetaria, come si usa fare quando è il complesso dei prezzi ad aumentare oltre una certa soglia, sarebbe assolutamente inutile, se non controproducente.

Vero è, quindi, che le bollette elettriche o del gas, così come il pieno di benzina o di gasolio hanno raggiunto prezzi a dir poco astronomici e che solo il "consumatore tipo", quello che compra tutti i beni sul mercato secondo le quantità contenute nel paniere dell'Istat, riesce a compensare aumenti spropositati in un settore con la flessione dei prezzi in un altro. Per dirla in breve: chi usa la macchina si è visto prosciugare il portafogli, mentre chi usa i mezzi pubblici non si è accorto di nulla, se non dell'aumento della bolletta elettrica.

Guardando all'indietro, va detto che nel corso del 2020, per via della crisi sanitaria, l'andamento tendenziale dei prezzi era stato negativo, e che ad agosto di quest'anno l'indice dei prezzi era arrivato a quota 104,4 rispetto al 2015 (anno base=100).
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