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Prezzi disordinati: inflaziona chi può

E le Banche centrali sono impotenti


In pratica, nel corso di quasi sei anni, dalla media dei prezzi registrata nel 2015 ad agosto del 2021, l'inflazione è stata complessivamente del 4,4%: in media, +0,7% l'anno.

Ed infatti, l'Istat conclude che ad agosto l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è rimasta stabile al +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici ha accelerato dal +0,4% a +0,6%.La questione dei prezzi alla produzione è ancora più complicata. Sempre l'Istat, infatti, ha calcolato che a luglio 2021, con riferimento al comparto manifatturiero, si rilevano aumenti tendenziali per quasi tutti i settori: "Gli aumenti più marcati riguardano il coke ed i prodotti petroliferi raffinati (+29,4% mercato interno, +49,2% area non euro), la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo (+17,0% mercato interno, +26,8% area euro, +17,8% area non euro), i prodotti chimici (+10,6% mercato interno, +9,7% area euro)". Le uniche flessioni hanno riguardato invece mezzi di trasporto (-0,8% area euro), i computer, i prodotti di elettronica e l'ottica (-0,4% mercato interno), i prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-0,1% in entrambe le aree, euro e non euro). Anche in questo caso si nota una forte strozzatura nell'offerta che provoca forti rincari per le imprese quando devono rifornirsi di prodotti energetici, siderurgici e chimici: sono oligopoli, in cui pochi soggetti riescono a controllare i prezzi sul mercato internazionale.

D'altra parte, ci sono ragioni obiettive: dopo una chiusura o una stasi produttiva, i grandi impianti di estrazione di gas o di petrolio, così come le acciaierie o la fabbriche si prodotti chimici hanno tempi di riattivazione assai lunghi. Lo stesso vale per i trasporti su nave: dopo una sosta forzata di mesi, il riavvio del traffico è lento e farraginoso. Se tutti vogliono comunque spedire o ricevere delle merci, si trovano dei prezzi astronomicamente alti.

Il Baltic Dry Index, che misura il costo del trasporto di merci via mare, ha registrato una crescita continua: da un anno a questa parte, infatti, l'incremento è stato del 44% per il petrolio greggio, del 53% per il gasolio, dell'82% per il gas naturale liquefatto e dell'84% per il gas propano: sono anche questi i fattori che hanno pesato sull'aumento dei prezzi interni al consumo ed alla produzione dei prodotti energetici.

Ancora più altalenanti sono i prezzi del petrolio: quello di un barile di Brent, che quotava 68$ a dicembre 2019, era crollato a 19$ ad aprile del 2020. Poi è cresciuto continuamente, raggiungendo il picco di 77$ ad aprile di quest'anno. In questi giorni si sta attorno ai 72$.
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