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Triplice Shock, Triplice Italia

Oltre le illusioni del PNRR, del 110% in edilizia e del Reddito di Cittadinanza


Bisogna imparare dalle lezioni della storia, perché l'Italia ha già subito due pesanti shock energetici, nel '73 e poi nell'80. Anche in quei casi cambiava il contesto geopolitico, mutavano i rapporti tra Europa ed Usa, si assisteva ad una diversa distribuzione internazionale del lavoro.

Nel '73, ci fu una modificazione strutturale dei rapporti di scambio tra materie prime energetiche, il costo del petrolio, e manufatti, con il venir meno della maggiore competitività acquisita dalla manifattura europea rispetto a quella americana. I petrodollari, il maggior incasso dei paesi arabi derivante dagli aumenti del prezzo del barile, andavano a finanziare il deficit commerciale statunitense.

I maggiori costi energetici per il sistema produttivo italiano basato sulla manifattura, comportarono una serie di profonde trasformazioni nei singoli settori avviate solo nel 1977, con la legge n. 675. Si elaborarono i Piani di settore per la ristrutturazione industriale e la riconversione di settore: auto, chimica, siderurgia, trasporti furono messi sotto scrutinio per affrontare le nuove sfide. La Fiat Uno, ad esempio, fu uno dei risultati della ricerca applicata nel settore: un successo eccezionale, in termini di modernità e di consumi, per la prima auto media che viaggiava per venti chilometri con un litro di benzina.

La crisi del '73, che fu profonda ma breve dal punto di vista macroeconomico, non ebbe implicazioni sostanziali dal punto di vista della politica monetaria: i tassi di interesse rimasero negativi in termini reali, aiutando il sistema produttivo a recuperare margini. Il recupero di efficienza energetica, i maggiori investimenti industriali volti a recuperare produttività e l'abbandono di talune produzioni particolarmente energivore consentirono la ripresa del ciclo economico.
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