Vediamo i dati.
Nel
2011, alla vigilia della crisi che ha colpito duramente l'economia italiana ed il nostro debito pubblico,
la Raccolta bancaria (depositi ed obbligazioni) da soggetti residenti ammontava a 1.735 miliardi di euro. Gli Impieghi totali (Settore privato e PA) ammontavano a 1.948 miliardi di euro: l'eccedenza di questi ultimi sulla raccolta era di 213 miliardi, coperti mediante il ricorso a capitali stranieri.
L'Italia era quindi debitrice netta verso l'estero.
Nel corso degli anni la situazione si è ribaltata:
a maggio scorso, la Raccolta è arrivata a 2.060 miliardi di euro, crescendo dunque di ben 327 miliardi rispetto al 2011.
In particolare, nel biennio di crisi pandemica
(2020-2021) si è registrata una enorme lievitazione di questa Raccolta, delle somme accantonate a risparmio in via prudenziale o derivanti dalla necessità di rinviare oppure di non potere effettuare una serie di spese per via del blocco delle attività economiche: fra il maggio 2019 e lo scorso mese di maggio, l'incremento è stato di ben 193 miliardi. Nell'intero periodo precedente, quello che va
dal 2011 al 2019, la Raccolta era aumentata di soli 32 miliardi.
Sul versante degli Impieghi, si è registrata una continua contrazione: rispetto ai citati 1.948 miliardi di euro del 2011, a maggio scorso sono arrivati a 1.743 miliardi, pari a -205 miliardi. Anziché essere negativa per i citati 215 miliardi rilevati nel 2011, la differenza tra Raccolta e Impieghi è stata positiva per 317 miliardi: questa somma rappresenta il
risparmio che viene raccolto all'interno ma che non risulta impiegato attraverso il credito.
La
BCE, tra Qe e PEPP,
ha comprato più titoli di Stato di quelli che sono stati emessi per finanziare il nuovo debito.
Come viene impiegato questo risparmio dei cittadini e delle imprese italiane che non viene impiegato in credito? Dove viene investito? Va a finanziare altre economie?
Il Risparmio cresce, ma il Credito diminuisce
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