Facebook Pixel
Milano 17:13
33.350,3 -1,78%
Nasdaq 17:13
17.720,58 +0,08%
Dow Jones 17:13
37.805,74 +0,19%
Londra 17:13
7.817,13 -1,86%
Francoforte 17:13
17.739,11 -1,59%

Green Deal, una Perestroika fatale per l'UE

Come per l'URSS, che collassò per la sovrapposizione tra riforme strutturali e crisi economica sistemica


In quel periodo, l'Unione Sovietica fu sottoposta ad una enorme pressione militare, strategica e soprattutto economica che la portò al collasso.

L'invasione russa in Afganistan, ben provocata, fu contrastata armando i Talebani, gli Studenti islamici formati nelle madrasse ed incitati a lottare senza sosta usando ogni forma di guerriglia e di terrorismo.

In Europa, si dispiegarono i Pershing ed i Cruise per contrastare la minaccia sovietica degli SS20, con l'Italia che svolse un ruolo di primo piano.

Gli Stati Uniti, sotto la Presidenza di Ronald Reagan vararono la Strategic Defense Initiative, il programma straordinario di innovazione nel settore degli armamenti conosciuto come "Guerre stellari" o "Scudo spaziale", volto a creare capacità di intercettazione dei missili nucleari nemici prima che potessero sorvolare il territorio americano.

Per contrastare l'inflazione americana, che durava da quasi un decennio, la Federal Reserve americana alzò brutalmente i tassi di interesse, portandoli da reali negativi a positivi: fu presto imitata dalle Banche centrali europee, con drammatiche conseguenze soprattutto per l'Italia, visto che nel frattempo la seconda crisi petrolifera aveva aumentato di molto il prezzo del barile: il debito pubblico andò fuori controllo e cominciarono a fallire le imprese che si erano indebitate a tassi reali negativi per finanziare investimenti a lungo termine.

L'Unione Sovietica, per parte sua, non solo era appesantita dagli impegni militari all'estero e dal sostegno offerto agli altri Paesi comunisti come Cuba, l'Angola ed il Vietnam, ma aveva l'ostilità crescente dei Paesi del Patto di Varsavia, che si erano manifestare in Ungheria sin dal '56 e poi in Cecoslovacchia nel '78. Da ultimo, c'erano i disordini crescenti in Polonia, con Solidarnosc nei cantieri navali di Danzica.

Come se non bastasse, a metà degli anni Ottanta il prezzo del petrolio cominciò a calare, fino a dimezzarsi rispetto al livello che era stato raggiunto all'inizio del decennio per lo shock determinato dalla rivoluzione islamica e dall'invasione dell'Iran da parte dell'Irak: nei Paesi non Opec era stata avviata una intensa attività di ricerca di fonti petrolifere che andavano a sostituire quelle della Russia che dovette conseguentemente dimezzare la produzione, con danni spesso irreversibili agli impianti, oltre a vedere i propri introiti cadere in picchiata.
Condividi
"
Altri Editoriali
```