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I silenzi di Francoforte

Perché la BCE drena liquidità bancaria, invece di vendere titoli di Stato come la FED


Diversamente dalla Federal Reserve, che ha già implementato misure di riduzione della liquidità vendendo sul mercato i titoli che detiene in portafoglio, Treasury e obbligazioni garantite, la BCE non ha ancora deciso di operare questo classico sistema di Quantitative Tightening.

Ci sono tre ragioni.

In primo luogo, l'aumento dei tassi di interesse deciso dalla Fed ha avuto come diretta conseguenza l'arrivo di capitali internazionali sul dollaro, per cui c'è una condizione di ulteriore liquidità del mercato statunitense. All'opposto, il mercato dell'euro ha subito la decisione americana, con un drenaggio di capitali che hanno inciso anche sul cambio, indebolendolo vistosamente.

In secondo luogo, la vendita di titoli di Stato da parte della BCE sarebbe una novità assoluta, dalle conseguenze oggi davvero imprevedibili: ogni cautela è stata posta, infatti, finora, per gestire la liquidità riveniente dalle scadenze dei titoli in portafoglio, per reinvestirla in modo da evitare un allargamento degli spread. Solo di recente, infatti, la BCE ha ritenuto che la piena operatività delle decisioni di politica monetaria sia assicurata da una adeguata convergenza dei tassi di interesse nei diversi Stati aderenti all'euro, ed in particolare dai tassi sui titoli di Stato.

C'è infine un terzo aspetto, che attiene alla credibilità della BCE: una operazione di vendita di titoli di Stato al fine di ridurre la liquidità, una volta annunciata, non sarebbe facilmente modificabile. Ed è già l'annuncio di questa misura che potrebbe scatenare la speculazione sui titoli dei Paesi più indebitati, come l'Italia.
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