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Francia, il deficit finanzia la crescita

Con la recessione, nessun debito è sostenibile


L'Italia prevede un deficit del 3,6% del Pil nel 2025 e del 2,9% nel 2026, mentre il debito scenderebbe dal 140,2% di quest'anno al 140,1% nel 2024, al 139,9 nel 2025 ed al 139,6% nel 2026. Tra il 2023 ed il 2026 la riduzione del debito sarebbe complessivamente dello 0,6% del Pil, esattamente la stessa percentuale prevista dalla Francia. La differenza sta nel fatto che l'Italia prevede di avere un saldo primario positivo già nel 2025 per lo 0,7% del Pil, e poi nel 2026 per l'1,6% del Pil e che il peso degli interessi crescerà in continuazione: dal 3,8% del Pil di quest'anno, salirà al 4,2% nel 2024, poi al 4,3% nel 2025 ed ancora al 4,6% nel 2026. In pratica, l'onere per interessi non solo assorbirà tutto il nuovo deficit annuale, ma anche una quota delle entrate fiscali. Questo è il senso del saldo primario positivo.

Sono politiche fiscali sostanzialmente analoghe in termini di andamento del deficit e di riduzione del debito; ma mentre la Francia usa il deficit per sostenere la crescita economica, l'Italia lo usa tutto (e non le basta) per pagare gli interessi sul debito accumulato.

Risulta davvero incomprensibile la bocciatura del bilancio francese decisa da parte della Commissione europea... forse c'è sotto l'invidia della Germania, alle prese con il suo "freno al debito" pari allo 0,35% del Pil ed alle spese fuori bilancio a favore delle sue industrie, per 60 miliardi di euro, che sono appena state dichiarate incostituzionali dalla Corte di Karlsruhe.

L'Italia usa il deficit per pagare la rendita sul debito pubblico.

La Francia usa il deficit per sostenere la crescita economica.

Per questo, le asimmetrie aumenteranno continuamente.

Con la recessione, nessun debito è sostenibile

Francia, il deficit finanzia la crescita

(Foto: gopixa | 123RF)
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