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Bersani replica a Monti: "noi non silenziamo nessuno"

Politica
Bersani replica a Monti: "noi non silenziamo nessuno"
(Teleborsa) - Dopo i ripetuti botta e risposta con il Cavaliere, Mario Monti critica anche il centro-sinistra, sollecitando il segretario del PD e candidato Premier, Pier Luigi Bersani, a mettere a tacere l'ala dell'estrema sinistra guidata dal responsabile economico Stefano Fassina.

Immediata la replica di Bersani, che ha affermato: "noi non silenziamo nessuno". Ribadendo lo stampo democratico che caratterizza il PD, il leader della coalizione di centro-sinistra, sentito al termine di un pranzo di lavoro con Matteo Renzi, ha chiesto "rispetto per tutto il PD" e ribadito la volontà del suo schieramento di "non chiudere la bocca alla gente, ma di farla partecipare".

Una durissima sferzata alle critiche mosse dal Premier uscente, Mario Monti, che in diretta TV ha suggerito a Bersani di mettere a tacere le ali più estreme del partito, rappresentate non solo da Fassina, ma anche da Vendola e, non ultima, dalla leader della CGIL Susanna Camusso.

Sul sindacato il Professore ha sparato a zero, affermando senza mezzi termini che la CGIL ha bloccato il processo di riforma portato avanti dal Governo tecnico in questi 13 mesi, mettendosi di traverso sia sulla riforma del lavoro che in altre questioni. Monti ha accusato di ostruzionismo anche una parte del PD e del PDL, affermando che il primo ha ostacolato la piena riforma del mercato del lavoro ed accusando il secondo di aver protetto alcune forme di corporativismo nel decreto per le liberalizzazioni.

Se Bersani non ha esitato un attimo a rispondere alle accuse del Professore, Susanna Camusso lo ha battuto sul tempo, affermando che Monti "non ha idea di com'é fatto il nostro paese". La Camusso, pur riconoscendo al capo dell'esecutivo il merito di aver riportato in seno al Governo un linguaggio istituzionale, lo ha accusato di aver favorito "chi sta già sta bene, mentre il mondo reale dei lavoratori sta peggio".

Insomma, il dibattito diventa ogni giorno più politico e meno istituzionale, portando anche ad un radicale mutamento dei toni del composto e serafico Mario Monti, ormai in piena campagna elettorale e desideroso di raggruppare non solo il cento, ma anche le forze riformiste di destra e di sinistra.
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