(Teleborsa) - Il braccio di ferro che si sta giocando in Ucraina si sposta inevitabilmente sul fronte economico.
Non è una novità che la Russia usi come arma i prezzi del gas.
Gazprom, il gigante petrolifero di Stato russo ha già usato le maniere forti contro l'Ucraina aumentando, dal primo aprile i prezzi del gas facendosi forte della morosità del cliente "Ucraina" che non è riuscita a rispettare i suoi impegni a pagare il suo debito di gas per il 2013.
Ora, la Russia rincara la dose, invitando i Paesi dell'Unione Europea ad avviare "consultazioni equilibrate" sul futuro dell'Ucraina, altrimenti si troverà costretta ad arrestare le forniture di gas a Kiev e di conseguenza all'Europa visto che le forniture di gas all'UE passano attraverso il territorio ucraino. Un ultimatum quello del presidente russo, Vladimir Putin, che ha spiegato le ragioni di questo aut aut.
Secondo Putin, per come è stata gestita la crisi ucraina da parte dei leader UE lascia la Russia senza alternative", poiché finora le consultazioni intraprese tra Russia e UE sul sostegno all'Ucraina per il pagamento dei debiti a Mosca non hanno portato a nulla se non a lasciare a Mosca gran parte dell'onere di questi debiti. "La Russia - spiega una nota del Cremlino - non può e non deve sopportare unilateralmente l'onere di sostenere l'economia dell'Ucraina fornendo sconti e condonando dei debiti, e in pratica, usando questi sussidi per coprire il deficit commerciale dell'Ucraina verso gli Stati membri dell'UE".
Una posizione netta quella di Putin che arriva all'indomani dell'avvertimento di Barack Obama che è pronto
a fare fronte unico con la UE "preparandosi a rispondere con nuove sanzioni a un'escalation russa" in Ucraina.