(Teleborsa) - "Siamo sempre stati e saremo sempre un Paese di immigrati. Anche noi siamo stati stranieri una volta, e ciò che ci rende americani è la nostra adesione a un'ideale comune, quello che tutti siamo creati uguali".
Così il Presidente statunitense
Barack Obama ha presentato il
decreto che
regolarizza 5 milioni di immigrati illegali, permettendo loro di scampare al rimpatrio forzato grazie ad un permesso di soggiorno e di lavoro della durata di tre anni.
I requisiti richiesti dalla legge sono
aver vissuto in USA per cinque anni ed avere figli nati legalmente sul suolo statunitense.
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Si stima che in USA vi siano 11 milioni di immigrati legali e che le persone che potranno essere regolarizzate siano circa 5 milioni.
Diverse centinaia di migliaia di immigrati che non rientrano nella maxi sanatoria potranno comunque avere
altri benefici. Per esempio, chi è arrivato negli USA da bambino può ottenere uno
status giuridico temporaneo.
La mossa di Obama ha immediatamente provocato le
ire dei Repubblicani, che hanno gridato all'
abuso di potere affermando che si tratta più che altro di
amnistia.
Molti critici parlano invece di
atto dovuto ai milioni di ispanici che nel 2008 e nel 2012 contribuirono a portare Obama alla Casa Bianca. Qualcuno si azzarda a dire che si tratta di una
mossa disperata per salvare il salvabile, ossia per
evitare il tracollo dei Democratici alle prossime elezioni.
Lui,
Obama, si difende spiegando che questo decreto non è un percorso verso la cittadinanza o per dare agli immigrati gli stessi identici diritti dei cittadini, ma solo un modo per regolarizzare, a livello lavorativo, milioni di persone.
Amnistia? Neanche per sogno, ha poi aggiunto Obama. "Se sei un criminale, sarai rimpatriato. Se pensi di entrare negli USA illegalmente, avrai più possibilità di essere preso e rispedito a casa", ha detto.
Al di là del possibile ostruzionismo dei Repubblicani, che ora hanno il controllo sia della Camera che del Senato,
resta da chiarire una questione: dal momento che quasi tutti gli immigrati illegali vivono in stato di indigenza,
chi sosterrà le spese legali e burocratiche per regolarizzarli?