(Teleborsa) - L’eventuale sostituzione di una serie di tasse comunali con la
local tax porterebbe in un’ "unica" soluzione 26 miliardi di euro nelle casse dei Comuni italiani.
A dirlo è l’Ufficio studi della confederazione artigiana
CGIA di Mestre che ha elencato le principali imposte/tasse comunali e i relativi gettiti che potrebbero essere sostituiti dalla
nuova “tassa unica” che i Sindaci dovrebbero applicare a partire dal 2016.
Ebbene, tra
IMU e
TASI (21,1 miliardi di euro), l’addizionale comunale
IRPEF (4,1 miliardi di euro), l’
imposta sulla pubblicità (426 milioni di euro), la
tassa sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche (218 milioni di euro), l’
imposta di soggiorno (105 milioni di euro) e l’
imposta di scopo (14 milioni di euro),
il gettito totale si aggira sui 26 miliardi di euro: soldi che i Sindaci dovrebbero incassare con la local tax.
Ovviamente, fanno notare dalla CGIA, siamo ancora nel campo delle ipotesi: certezze non ce ne sono, ma le indiscrezioni che sono emerse in questi ultimi giorni, dopo il “
question time” alla Camera tenuto mercoledì scorso dal
ministro Padoan, lasciano presagire che dal prossimo primo gennaio l’
IMU, la
TASI, l’addizionale comunale
IRPEF e una serie di piccole imposte minori
dovrebbero andare definitivamente in “soffitta” per lasciare il posto alla “tassa unica”.
"L’eventuale semplificazione della tassazione comunale renderebbe più facile pagare le tasse: una richiesta che i cittadini e le imprese invocano da tempo". Ma – segnala il
segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – "oltre a semplificare bisogna anche ridurne il peso", visto che a partire dal 2011, ultimo anno in cui gli italiani hanno pagato l’ICI, "la tassazione su botteghe, piccoli negozi e uffici ha subito un’impennata spaventosa, a causa dell’introduzione dell’IMU e, successivamente, della TASI”.