(Teleborsa) - E' terminata ieri al Congresso USA la lunga battaglia sulla privacy e le pratiche di "sorveglianza" della
National Security Agency (NSA) iniziata dopo lo
scandalo del "Datagate" venuto alla luce nel 2013.
Ieri sera il
Senato americano ha
approvato con 67 voti favorevoli contro 32 voti contrari una
legge che limita la raccolta di conversazioni telefoniche dei cittadini da parte delle autorità.
Il
"Freedom Act", questo è il nome del provvedimento, rappresenta il primo grande
"ridimensionamento" del potere di spionaggio degli 007 USA dagli attacchi dell'11 settembre.
Include gran parte delle norme del "Patriot Act", il vecchio programma di sorveglianza varato dall'allora Presidente George W. Bush, e scaduto domenica a mezzanotte.
Da ora in poi
la NSA non potrà registrare nei propri database i tabulati telefonici. Per accedervi, dovrà farne richiesta alle compagnie di telecomunicazioni dopo aver ottenuto il via libera da un giudice.
La legge, definitivamente licenziata dal Congresso, attende solo la firma finale di Barack Obama.
Dopo le
rivelazioni di Edward Snowden sulle pratiche di spionaggio della NSA, negli Stati Uniti è iniziato il dibattito sulla sottile linea tra la lotta al terrorismo e i diritti dei cittadini alla privacy.
Dibattito terminato ieri con una legge che riforma il Patriot Act voluto dall'amministrazione Bush dopo gli attacchi dell'11 settembre.