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Onu, 70 anni portati male

Economia
Onu, 70 anni portati male
(Teleborsa) - Il prossimo mese l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, compirà 70 anni e sembra non stia invecchiando bene.

Costituita ufficialmente il 24 ottobre del 1945 con l’entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite, ad oggi vi aderiscono 193 stati nel mondo, su un totale di 205.

Nata all’indomani della seconda guerra mondiale, in uno spirito “never again”, cioè “mai più”, in riferimento proprio alla guerra appena terminata, l’Organizzazione sembra aver perso la sua sicurezza iniziale.

Che l’Onu, nata per mantenere la pace, non riesca più nel proprio intento, è indice che qualcosa al suo interno non funziona come dovrebbe.

Nel corso della sua storia l'ONU ha negoziato più di 170 accordi di pace, mantenuto la pace in 60 paesi, e promosso la democrazia in altri 40. D’altro canto, però, non è riuscita a sradicare la tecnologia militare dalle mani dei signori della guerra, che continuano a gestire a loro piacimento diverse situazioni belliche in giro per il pianeta, usando armi “aggiornatissime”.

Eppure l’Onu in questi 70 anni, a livello economico, è cresciuta molto bene. Stipendi faraonici e rimborsi giornalieri per le missioni in tutto il mondo per i vertici operativi, posti in cima ad un elenco di oltre 85.000 dipendenti che, ai suoi livelli medi, gode di una più che confortevole remunerazione, corretta anche secondo parametri opinabili, come il “post adjustment”, cioè una percentuale dello stipendio aggiunta allo stesso in base al costo della vita del paese in cui si opera, altre a benefit vari. Numeri da capogiro per un esercito di persone che ha speso 500 miliardi di dollari nel corso dei suoi 70 anni.

Per altri versi, sempre sbagliati, l'organizzazione è debole ad ammettere i propri fallimenti e i vertici rifiutano di assecondare le richieste di informazioni sul loro operato, stendendo un velo sulle personali responsabilità, inerzia negli interventi e inadeguatezze delle risposte da dare. Ed anche laddove vengano promosse iniziative che salvano vite umane, lo fa a costi insostenibili.

Tutto ciò appanna il lavoro eroico svolto da tante persone in nome dello statuto fondante, come la sconfitta del vaiolo o il miglioramento della salute materna nel terzo mondo, ma l’immobilismo sulla Siria è solo uno di una serie di situazioni di stallo che sottolineano il fatto che, forse, l’Organizzazione delle Nazioni Unite non è più adatta allo scopo che si era inizialmente prefissato.
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