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FMI più pessimista sulla crescita globale. In arrivo un nuovo taglio delle stime

Economia
FMI più pessimista sulla crescita globale. In arrivo un nuovo taglio delle stime
(Teleborsa) - La ripresa globale si è ulteriormente indebolita a causa delle crescenti turbolenze sui mercati finanziari e del calo dei prezzi degli asset. Pertanto non è escluso un nuovo taglio delle prospettive economiche.

C'è poco ottimismo nel "Global Prospects and Policy Challenges", un documento preparato dal Fondo Monetario Internazionale in vista del G20 che si terrà il 26 e 27 febbraio a Shanghai, in Cina.

Secondo l'organizzazione con sede a Washington l'attività ha iniziato ad indebolirsi a fine 2015, complice anche il rallentamento della Cina, i segnali di sofferenza degli altri Emergenti e la caduta delle quotazioni delle materie prime.

"Questi sviluppi aumentano i rischi di un deragliamento della ripresa in un momento in cui l'economia globale è particolarmente vulnerabile a shock avversi", si legge nel report.

Tutto questo ha aumentato la possibilità di procedere con un nuovo taglio delle previsioni in occasione del "World Economic Outlook" che sarà diffuso ad aprile.

Si tratterebbe del secondo taglio in pochi mesi: a gennaio in Fondo aveva infatti ridotto le stime sul PIL globale dello 0,2% sia per l'anno in corso che per il 2017 rispettivamente al 3,4% e al 3,5%.

La ricetta per uscire dall'impasse? Secondo l'FMI questa congiuntura "fragile" aumenta l'urgenza di risposte politiche di ampia portata che rafforzino la crescita e gestiscano le vulnerabilità. In particolare, le politiche monetarie accomodanti restano essenziali dove l'inflazione è ancora sotto i target delle Banche Centrali anche perchè, osserva il Fondo, il crollo delle commodities è destinato a deprimere ulteriormente i prezzi.

Allo stesso tempo, però, "va ridotto l'eccesso di dipendenza dalle politiche monetarie", ha puntualizzato.

Per quanto riguarda l'Area euro, secondo l'Istituto guidato da Christine Lagarde si osserva una ripresa graduale, sostenuta in parte da bassi prezzi petroliferi nonostante un rallentamento delle esportazioni nette. "Tuttavia, investimenti bassi, disoccupazione alte e bilanci deboli pesano sulla crescita".

Plauso all'attuale politica monetaria della Banca Centrale Europea, poiché l'attuale programma di acquisto di asset ha sostenuto la ripresa aumentando la fiducia e le condizioni finanziarie. Ma dal momento che l'inflazione resta bassa, "la BCE deve ribadire con forza la propria disponibilità ad utilizzare tutti gli strumenti a propria disposizione", dichiara. Un endorsment tra le righe al varo di nuovi stimoli, che potrebbero arrivare già in occasione del meeting di marzo.

Passando agli Stati Uniti, il Fondo ha invitato la Federal Reserve ad assumere un atteggiamento prudente.

Dopo la stretta monetaria dello scorso dicembre, negli USA "ulteriori azioni dovrebbero essere ben comunicate e basate su prove chiare di pressioni sui salari o sui prezzi e una valutazione che l'inflazione si prepara a crescere verso il target della Federal Reserve del 2%, dichiara l'FMI.
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