(Teleborsa) - Un grande passo del trasporto ferroviario viaggiatori.
Sessant’anni fa, il 3 giugno 1956, su tutti i treni dell’Europa occidentale fu soppressa la “terza classe”. L’abolizione fu decisa a Napoli tre anni prima in una delle periodiche conferenze della
UIC, Union Internationale des Chemins de fer. Tra le tante iniziative decise in quella occasione intese a razionalizzare e a standarizzare il trasporto ferroviario sulle reti delle amministrazioni aderenti c’era stata, appunto,
la soppressione della terza classe. Decisione poi ratificata nell’anno successivo, ponendo un termine di due anni per dar modo alle compagnie ferroviarie di adeguarsi alla nuova normativa,
con l’aggiornamento delle tariffe e del parco delle vetture. In Italia, tuttavia, le Ferrovie dello Stato già da tempo avevano previsto viaggi con treni di due sole classi su numerosi convogli di tutte le categorie, a
nche con soluzioni atipiche, come nel caso delle cosiddette linee “Varesine” del Nord Italia dove era previsto servizio di prima e terza classe. In quegli anni, l’unico treno di sola prima classe era
il mitico elettrotreno rapido di lusso ETR 300 Roma-Milano, battezzato “Il Settebello”. Molte le polemiche in quel periodo a ridosso della
soppressione della terza classe, per gli inevitabili svantaggi di tariffe più costose che avrebbe procurato ai viaggiatori. Fu un giugno 1946 di estrema confusione e solo in luglio le Ferrovie italiane riuscirono ad applicare gli aumenti previsti che comportavano
una maggiorazione del 9 per cento sui precedenti costi della terza classe. Va ricordato che
nel 1956 circa 300 carrozze delle 600 più moderne del parco FS con posti di terza disponevano ancora di sedili di legno, come altre 950 vetture decisamente più anziane e più scomode, ma che per necessità di servizio, circolavano anche sulle linee più importanti. Nell'attesa della radiazione e della sostituzione con
vetture di nuova concezione la cui costruzione era cominciata nel 1955.