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Brexit non è l'unica cosa che turba il sonno degli investitori

Economia, Politica
Brexit non è l'unica cosa che turba il sonno degli investitori
(Teleborsa) - Tutto il mondo ha gli occhi puntati sul referendum sulla Brexit, ovvero l'eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.

L'appuntamento è per il 23 giugno, giorno in cui gli inglesi decideranno se restare o meno nell'UE, mentre da più parti sono giunti avvertimenti sui rischi di un'uscita.

L'ultimo, è arrivato nei giorni scorsi dall'Organizzazione mondiale per il commercio (WTO) che ha lanciato l'allarme sull'impatto economico al commercio estero britannico. La WTO ha ricordato che il Regno Unito potrebbe ritrovarsi nella condizione di dover rinegoziare gli accordi commerciali con i Paesi dell'UE e con altri 58 stati con cui ha rapporti di libero scambio per effetto dell'appartenenza al mercato unico. Secondo gli analisti, l'uscita della Gran Bretagna potrebbe innescare forti turbolenze sui mercati globali e, potenzialmente spingere l'economia di Sua Maestà in una recessione.

Mancano meno di due settimane al grande evento, ma a quanto pare non sembra il solo a turbare il sonno degli investitori. Pochi giorni dopo il referendum in Inghilterra, ci saranno le elezioni in Spagna, e i sondaggi rinnovano l'allarme: Podemos è il secondo partito. Gli spagnoli andranno alle urne il 26 giugno, da cui secondo le ultime rilevazioni dovrebbe uscire vincitore il Partito popolare (Pp), ma senza la maggioranza dei seggi per formare un governo e, mentre la coalizione antiausterity Unidos Podemos, guidata da Pablo Iglesias, prepara il sorpasso sui socialisti del Psoe, puntando a diventare la seconda forza politica spagnola.

Il partito nato sulle ceneri del movimento degli indignados, che ora beneficia dell’alleanza con Izquierda Unida, la formazione di sinistra radicale, nelle elezioni dello scorso dicembre ha guadagnato il terzo posto con il 22% e ben 69 deputati, spopolando nella ribelle Catalogna e nel Paese Basco. Ora il partito di Pablo Iglesias è dato al 25,6% contro il 29,9% del Pp e, con un bottino di circa 90 deputati.

Secondo gli analisti, la maggior parte degli investitori spera che l'esito delle elezioni si traduca in una vittoria del Partito popolare, il partito di governo conservatore guidato dal premier Mariano Rajoy. Un risultato che metterebbe la parola fine alla situazione di stallo politico che dura da più di sei mesi, ovvero dalle ultime elezioni di dicembre, quando nessuno dei quattro maggiori partiti politici spagnoli ha ottenuto una netta maggioranza in Parlamento.

Ma, la Spagna non è l'unico paese europeo alle prese con le tensioni politiche. Gli investitori temono che se la Gran Bretagna deciderà di lasciare l'Unione europea, si potrebbe innescare un effetto domino che alimenterà il sentiment anti-UE anche in altri paesi membri.
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