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Banca Carige, dal rilancio commerciale al ritorno dell'utile nel 2018

Il Piano 2017/2020 scommette su 4 capisaldi: rilancio commerciale, solidità patrimoniale (aumento capitale e dismissioni), miglioramento attivo con cessione NPL e taglio filiali e dipendenti

Economia, Finanza
Banca Carige, dal rilancio commerciale al ritorno dell'utile nel 2018
(Teleborsa) - Focalizzazione sul core business, riduzione dei costi operativi, utile dal 2018 e rafforzamento patrimoniale. So questi i capisaldi del Piano strategico 2017/2020, presentato oggi da Banca Carige a Milano, presso la sede della borsa in Piazza degli Affari.



Sotto il profilo economico, il piano prevede un ritorno all'utile già nel 2018, con un risultato economico positivo stimato in 25 milioni di euro, che si consoliderà fino ad arrivare ad un utile di 146 milioni di euro nel 2020 (Rote al 6,5%).

"Siamo fiduciosi nella possibilità di rilancio ,naturalmente a certe condizioni, alcune delle quali anche dolorose", ha affermato l'Ad Paolo Fiorentino, nel corso della presentazione.

Il MODELLO BANCA COMMERCIALE

La banca genovese guidata da Paolo Fiorentino punta ad un rilancio del modello banca commerciale, suo core business (clienti, territori, prodotti). E' questo il primo elemento del piano che si fonda su quattro capisaldi fondamentali: rafforzamento patrimoniale, qualità dell’attivo, efficienza operativa e rilancio commerciale.

SOLIDITA' PATRIMONIALE

Il rafforzamento patrimoniale è la struttura portante
del Piano, che prevede di ristabilire, già a partire da fine 2017, coefficienti patrimoniali superiori ai target BCE: il CET1 fully loaded è previsto salire al 12,5% già da fine 2018.

Ciò avverrà mediante un aumento di capitale da 560 milioni di euro, assistito da accordo di pre-garanzia siglato con Credit Suisse e Deutsche Bank, di cui 60 milioni di euro riservabile ai destinatari dell’operazione di LME, da realizzarsi entro il 2017.

L'altro elemento è costituito da cessioni di asset, tra cui alcuni immobili di pregio, la società di credito al consumo Creditis, la cessione del ramo di business merchant book e la piattaforma di gestione degli NPL. Da questo processo è atteso un rafforzamento patrimoniale per oltre 480 milioni di euro.

QUALITA' ATTIVO

La banca punta poi su un miglioramento della qualità dell’attivo con un’importante azione di de-risking e de-leveraging del credito deteriorato (non performing exposures - NPE): la "pulizia" (clean-up) dei crediti deteriorati vedrà passare lo stock complessivo dai 7,3 miliardi di euro di fine 2016 a 3,4 miliardi a fine 2018 (-54%) ed a 3,1 miliardi a fine Piano (-58%), vale a dire sotto i limiti richiesti dalla BCE (3,7 miliardi di euro al 2019).

Questo comporta la cessione di un portafoglio di sofferenze per circa 940 milioni di euro assistita da GACS e finalizzata lo scorso agosto, ed una nuova cessione, già in fase avanzata, di sofferenze per un controvalore fino a 1,4 miliardi di euro, oltre la cessione di 500 milioni di euro di posizioni classificate come inadempienze probabili (Unlikely to Pay, UTP) e la cessione della piattaforma NPL (Non Performing Loans) ad un operatore terzo specializzato.

EFFICIENZA OPERATIVA

Il processo di turnaround del gruppo prevede anche interventi specifici, con l’obiettivo di recuperare i gap di efficienza operativa rispetto al benchmark di mercato. L'iter passerà per una semplificazione delle strutture centrali, la razionalizzazione della Rete (prevista la chiusura di 121 filiali, -21%) e dell'organico (circa un migliaio di dipendenti, -20%), con riduzioni previste per 55 milioni di euro nel corso del Piano (-26%).

Questo piano prevede investimenti per 100 milioni, che prevedono il rafforzamento della figura del Direttore commerciale ed un potenziamento di digitalizzazione e back office.

La Borsa sembra apprezzare il Piano strategico di Banca Carige, le cui azioni vengono premiate con un rialzo del 2,59%.
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