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Cementir, sequestro stabilimento Taranto: abbiamo agito correttamente

La notizia ha penalizzato il titolo in Borsa: -4,46% la chiusura a Piazza Affari

Economia, Finanza
Cementir, sequestro stabilimento Taranto: abbiamo agito correttamente
(Teleborsa) - Nell'ambito dell'operazione "Araba Fenice" è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica il sequestro dello stabilimento di Taranto della Cementir Italia SpA. A quanto risulta dalle indagini le materie prime utilizzate da Cementir Italia per la produzione di cemento e acquistate dall'Ilva SpA e dallo stabilimento Enel di Cerano non erano conformi agli standard richiesti dalle normative vigenti.

Cementir risponde al sequestro giudiziario preventivo dello stabilimento di Taranto con una nota. "In riferimento a quanto riportato oggi da notizie di stampa sull'indagine in corso da parte della Procura di Lecce circa un preteso “traffico illecito di rifiuti”, Cementir Holding informa che la controllata Cementir Italia Spa, proprietaria dello stabilimento di Taranto, ha rivendicato in una nota la correttezza del proprio operato ed espresso piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspicando una rapida soluzione della vicenda".

"Cementir Italia ha rilevato di avere acquistato regolarmente ceneri da carbone per lo stabilimento di Taranto, il cui impiego, peraltro del tutto marginale, è cessato del tutto all'inizio del 2016. Per quanto riguarda la loppa, il suo utilizzo nella produzione del cemento è ammesso e disciplinato da un’Autorizzazione Integrata Ambientale, cui Cementir Italia si è sempre attenuta.

Cementir Italia presterà ogni utile collaborazione all'operato dell’autorità inquirente e si riserva di tutelare i propri interessi nelle competenti sedi qualora fosse provata la non conformità alle prescrizioni di legge del materiale fornitole da terze parti".

La notizia ha penalizzato il titolo in Borsa: -4,46% la chiusura a Piazza Affari.

Sequestrate anche la centrale Enel di Cerano e quella dell'Ilva a Taranto.
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