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Vinitaly incorona Verona capitale mondiale del vino

Oggi, 16 aprile 2018, si parlerà soprattutto di viticoltura biologica, del connubio donne e vino, di sostenibilità, e di Canada come opportunità per il vino italiano

Agroalimentare, Economia, Sostenibilità
Vinitaly incorona Verona capitale mondiale del vino
(Teleborsa) - Al via il secondo giorno di Vinitaly, importante rassegna dedicata al settore enogastronomico arrivata alla 52esima edizione. Verona in questi giorni è stata incoronata come la capitale mondiale del vino, fino al 18 aprile 2018.

In occasione dell'inaugurazione, Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, ha dichiarato: “Vinitaly è un’eccellenza assoluta e un vero fiore all'occhiello per Verona, il Veneto e per l’intero Paese. Qui c’è l’Italia migliore, che lavora, che innova, che riesce a coniugare il lavoro nei campi con l’innovazione tecnologica e le nuove frontiere del commercio digitale”.

Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, ha voluto ricordare che “da oltre mezzo secolo, Vinitaly racconta la passione per il mondo del vino. Innovazione digitale, infrastrutture, analisi dei mercati e sviluppo internazionale sono alcune delle linee di sviluppo che abbiamo individuato per il futuro della manifestazione, con cui favorire la presenza in forma aggregata del made in Italy sui mercati mondiali.
Ci sono molte opportunità inesplorate per il vino italiano, sia in aree che vengono considerate mature, come gli Stati Uniti, sia in quelle con un forte potenziale come la Cina. E c’è un’intera fascia nel Centro-Sud del mondo, totalmente da scoprire per il nostro export”.

Molti i temi affrontati oggi, 16 aprile 2018. Si parla soprattutto di viticoltura biologica, del connubio donne e vino, di sostenibilità, e di Canada come opportunità per il vino italiano.

La Coldiretti, invece, coglie l'occasione per denunciare i falsi vini Made in Italy autorizzati dagli accordi UE. ”Se l’accordo di libero scambio con il Canada (CETA) non protegge dalle imitazioni, dall'Amarone all’Ortrugo dei Colli Piacentini, insieme a molti altri vini, quello siglato con il Giappone esclude dalla tutela ben il 95% delle 523 denominazioni di vini riconosciute da Nord a Sud del Paese e la situazione è ancora più preoccupante nella trattativa in corso con i Paesi del Mercosur dotati di un forte potenziale vitivinicolo che già producono copie dei vini italiani, dal Prosecco brasiliano al Bordolino argentino (bianco e nero) mostrato dalla Coldiretti al Vinitaly.

La mancata protezione delle denominazioni di vino italiane nei diversi Paesi non solo rischia di favorire l’usurpazione da parte dei produttori locali ma – sottolinea l'Associazione degli agricoltori - favorisce anche l’arrivo su quei mercati di prodotti di imitazione realizzati altrove. A rischio ci sono ben 5 miliardi di valore dell’export dei vini italiani a denominazione di origine ma anche l’immagine del Made in Italy e la reputazione conquistata con il lavoro di generazioni".

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