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Bollorè contesta cronologia dei fatti su inchiesta per concessioni in Africa

Lo scrive il finanziere bretone in una lettera agli azionisti dove spiega: la vicenda rischia di "pesare a lungo" sul Gruppo

Finanza
Bollorè contesta cronologia dei fatti su inchiesta per concessioni in Africa
(Teleborsa) - Vincent Bollorè, accusato in Francia di corruzione nell'ambito di un'inchiesta sulle concessioni portuali in Guinea e Togo, spiega che la vicenda rischia di "pesare a lungo" sul suo Gruppo. "Sono profondamente dispiaciuto dei tormenti che il gruppo risentirà.

In una lettera agli azionisti, il finanziere bretone spiega:"per simili disavventure accadute a molti miei amici e colleghi imprenditori, so che ci vorrà molto tempo".

Nella missiva, Bollorè contesta la cronologia dei fatti sostenuti dall'accusa, sostenendo che le offerte per la gestione dei porti si sono svolte nel 2001 in Togo e nel 2008 in Guinea. "Abbiamo fatto domanda per queste concessioni in un momento in cui nessuno dei due presidenti della Guinea e del Togo era al potere".

Lo scorso 19 aprile il manager a sorpresa ha lasciato la presidenza di Vivendi con il consiglio di sorveglianza del gruppo francese che ha nominato il figlio Yannick nuovo presidente. Il gruppo Vivendi, di proprietà della famiglia Bolloré, è il maggior azionista di TIM, mentre è scontro tra il Fondo Elliott e Vivendi sulla governance del gruppo di telecomunicazioni.
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