(Teleborsa) - Erano stati in tanti a ribattezzare il governo
Cottarelli un esecutivo
nato, praticamente morto. Certificata
l'assenza del voto di fiducia, con lo spauracchio di non incassare neanche un voto al
Senato, una figuraccia destinata a finire sui libri di storia,
arriva l'ennesimo nulla di fatto e c'è chi è pronto a giurare che il presidente incaricato, salito al Colle per sciogliere la riserva, sia in realtà a un passo dalla
rinuncia che formalizzerà nell'incontro di domani mattina con il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella.
Dal Quirinale filtra poco e allo stato attuale, certezze non ce ne sono tranne che la partita è ancora tutta da giocare. Non si escludono, insomma, altri
colpi di scena.VOTO A LUGLIO - Nel frattempo prende sempre più corpo l'ipotesi di
andare al voto addirittura prima della pausa estiva che sembrerebbe mettere tutti d'accordo. Se così fosse non avrebbe senso formare un nuovo governo e a traghettare il Paese verso le elezioni potrebbe essere il governo Gentiloni.
A parlare apertamente del
"voto estivo" è il capogruppo al Senato,
Andrea Marcucci:
"Se c'è l'accordo si può fare". C'è l'ok anche di
Luigi Di Maio, leader dei 5 Stelle,
"era più responsabile far partire il governo, ma siamo pronti ad andare al voto a luglio". E nella riunione di oggi con i fedelissimi,
Berlusconi avrebbe parlato di una
"consistente ipotesi di voto a luglio". "Siamo pronti a votare subito e vi manderemo ancora una volta a casa", fa sapere anche il capogruppo della Lega al Senato
Gian Marco Centinaio.