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Manovra al bivio: dopo le promesse elettorali ora si lavora sui numeri

Il 27 settembre è la data entro cui il Governo dovrà presentare la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF), ma sono ancora molte le ipotesi sul tavolo

Economia
Manovra al bivio: dopo le promesse elettorali ora si lavora sui numeri
(Teleborsa) - La Legge di bilancio rimane sotto i riflettori. Dopo che la scorsa settimana Fitch ha dato un giudizio interlocutorio sull'Italia, lasciando invariato il rating "BBB" ma rivedendo al ribasso l'outlook, ora si attende il giudizio di Moody’s, previsto per il 31 ottobre, mentre quello di Standard & Poor’s arriverà qualche giorno prima il 26 ottobre.

Data invece più prossima è quella del 27 settembre. Questo sarà il termine entro la quale il Governo dovrà presentare la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF). E già sono in molti a scommettere che DEF potrebbe anche essere presentato con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza. Ora dopo le promesse elettorali si lavora sui numeri. Ma il numero più atteso è quello del deficit previsto nel 2019. Il Governo targato Lega e Movimento 5 Stelle rimane in pressing sul Ministro dell'Economia, Giovanni Tria per alzare l'asticella del deficit. Dopo le minacce della scorsa settimana di superare o avvicinare il "tetto" del 3% di deficit, con il vicepremier Di Maio che si è detto pronto a violare il vincolo di bilancio del rapporto deficit/PIL al 3% e Tria che frena sull'ipotesi, il confronto è più vivo che mai.

Nelle previsioni di primavera della Commissione europea il disavanzo è previsto in discesa dal 2,3% del 2017 all’1,7% sia nel 2018 che nel 2019. Il Commissario Europeo agli Affari monetari, Moscovici, ha ribadito la scorsa settimana che "l'Italia non può lamentarsi della Commissione europea", perché le regole di bilancio "sono state accettate da tutti. Hanno una loro logica, che si applica in modo particolare all'Italia se è vero che il loro obiettivo è di limitare l'indebitamento. Un Paese che si indebita non ha più margini di manovra per stimolare la crescita economica e finanziare i servizi pubblici".

Ma il vicepremier Di Maio non ci sta e punta sul "reddito di cittadinanza" che a detta del Ministro del Lavoro deve partire nel 2019. "Nella legge di bilancio di fine anno dobbiamo mettere le coperture. La domanda interna si può creare se dai la possibilità di reinserirsi a chi, e sono 5 milioni, è sotto la soglia dell'autosufficienza". E sulle agenzie di rating tuona: "Dobbiamo scegliere tra il giudizio di un'agenzia di rating o gli interessi dei cittadini. Non possiamo pensare di stare dietro ai giudizi di un'agenzia ma poi pugnalare alle spalle gli italiani. Per ascoltare quelle agenzie negli anni si sono fatti jobs act, legge Fornero e piaceri alle banche". Il 15 ottobre, la Manovra a arriverà sul tavolo Bruxelles. In quell'occasione il Governo M5S-Lega dovrà dunque svelare tutte le sue carte. Il vero e primo atto di indirizzo politico di questo Esecutivo. E si rimane a guardare...
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