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Scuola, con decreto Milleproroghe non passa norma salva precari

Novità su vaccini, maturità, carta docente e servizio all'estero

Economia
Scuola, con decreto Milleproroghe non passa norma salva precari
(Teleborsa) - Il decreto Milleproroghe è legge dello Stato italiano. Con una maggioranza schiacciante il provvedimento è stato convertito e approvato in via definitiva dall’Aula di Palazzo Madama.



Per la scuola ci sono diversi provvedimenti: dall’estensione all’anno in corso della possibilità di sostituire la documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione obbligatoria con un’autocertificazione da sostituire entro il prossimo 10 marzo con documentazione originale, al congelamento delle prove Invalsi per l’accesso all’esame di maturità; dalla possibilità di estendere al 31 dicembre 2018 le eventuali disponibilità rimaste nella carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione obbligatoria introdotta dalla Buona Scuola, alla soppressione della proroga (a domanda) fino a 6 anni dei mandati di quattro anni, la riduzione da 6 a 3 anni del periodo di interruzione fra due periodi di servizio all’estero e la riduzione da 6 a 3 anni del periodo da assicurare all’estero per ottenere la destinazione, fino alla proroga dell’alternanza scuola lavoro come requisito d’ammissione all’esame di maturità.

Il decreto, tuttavia, rimane orfano di quel provvedimento che tanto serviva alla scuola pubblica italiana: si tratta della riapertura delle GaE, già approvata dallo stesso Senato ad inizio agosto, ma poi inopinatamente cassata con il voto di fiducia alla Camera a dispetto della piazza. L’emendamento è stato riproposto anche in questa ultima tornata di approvazione, ma non ha avuto seguito per via della blindatura del testo vidimato la settimana scorsa alla Camera.

Eppure la deroga, già attuata nel 2008 e nel 2012, avrebbe permesso di far collocare nelle graduatorie ad esaurimento oltre 100 mila docenti precari, inclusi i diplomati magistrale e gli ITP, tutti selezionati e abilitati ad insegnare, ora invece costretti a rimanere nel limbo delle graduatorie d’istituto che non portano ad alcuna possibilità di stabilizzazione. E con sicuri effetti nocivi sulla didattica.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "il Parlamento ha perso un’occasione importante per dare un colpo decisivo al precariato, che ora è destinato a crescere. La testimonianza che si sta percorrendo la strada sbagliata è che mai come quest’anno abbiamo avuto così poche immissioni in ruolo, con nemmeno la metà dei 57 mila posti previsti dal Miur andati a buon fine. Con il personale docente candidato a coprirli, già individuato e formato all’uopo, escluso a priori. Salvo poi cercare di recuperarne 10 mila attraverso i Fit che termineranno entro il prossimo 31 dicembre".
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