(Teleborsa) -
Soffrono le immatricolazioni di autovetture in Italia che, nel mese di
marzo, segnano un
calo del 9,6%. Il dato, oltre a non essere roseo di per sé, acuisce le preoccupazioni degli addetti del settore che hanno sempre riscontrato, in questo periodo dell'anno, il picco massimo delle immatricolazioni.
Tra i fattori che hanno influito a buttare giù il risultato, spicca fra tutti il
peggioramento del quadro economico del Paese, in bilico verso la Recessione.
A ciò si aggiunge anche la
mancanza, nel 2019, dei superammortamenti per le auto utilizzate come beni strumentali, elemento che ha disincentivato le aziende negli acquisti e la demonizzazione del diesel.
Altro elemento che ha pesato, insieme al
mercato dell'usato a chilometri zero, è stata la vicenda degli
eco-incentivi varati dal Governo che hanno destato notevole interesse sia negli acquirenti privati sia business anche se, a causa degli adempimenti burocratici necessari in forte ritardo da parte dell'Esecutivo, questi non hanno ancora prodotto alcuna immatricolazione.
Per quel che riguarda l'analisi del
primo trimestre, periodo più importante dell'anno per l'auto, con un
calo del 6,5% pronostica un periodo futuro non positivo anche se neppure drammaticamente negativo.
"In sintesi - secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - nonostante appaia sempre più probabile un ulteriore peggioramento del quadro economico e nonostante le penalizzazioni dell'eco-tassa e della demonizzazione del diesel, il mercato italiano dell'auto accusa un calo contenuto e ciò essenzialmente perché il livello delle immatricolazioni raggiunto nel 2018 appare difficilmente comprimibile, se si considera l'importanza della domanda di sostituzione di un parco circolante di 39 milioni di autovetture come quello italiano."