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Riunificata la Badia di Settimo grazie a Paolo Nocentini e Don Carlo Maurizi

L’Abbazia rinascerà offrendo un nuovo spazio per la spiritualità, un luogo in cui, è l’auspicio di Nocentini e di Don Carlo, potranno tornare i valori del monachesimo e l’attività dei monaci

Cultura, Economia
Riunificata la Badia di Settimo grazie a Paolo Nocentini e Don Carlo Maurizi
(Teleborsa) - Dopo 236 anni l'Abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo torna ad avere un corpo unico, grazie al Cavaliere del Lavoro Paolo Nocentini, Presidente della Savino Del Bene S.p.A., e grazie a Don Carlo Maurizi, Priore della Badia di Settimo. Nel 1783 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo divise il monastero in due parti separate, progressivamente andate incontro al degrado.



Don Carlo e Paolo Nocentini provengono da storie ed esperienze profondamente diverse, ma attraverso valori condivisi hanno dato vita ad una grande amicizia e ad un progetto ambizioso.
L'intervento di recupero e restauro andrà a sanare la struttura e garantirà un futuro ad un complesso di grande valore religioso-culturale e storico-artistico, premiando gli sforzi dell’Associazione Culturale “Amici della Badia di Settimo”, che dal 1996 si batte per la preservazione del patrimonio rappresentato dall'Abbazia.

Paolo Nocentini, imprenditore che dal nulla è arrivato a costruire una multinazionale come la Savino Del Bene, ha sottolineato come la riunificazione sia però solamente un primo passo verso il recupero dei locali dell'Abbazia: "Riunifichiamo non solo le “mura”, ma anche la vita. Il nostro progetto è di rivitalizzare questa struttura, ma va ovviamente messa in sicurezza. L'intento è quello di ricreare un luogo aperto, vivo e capace di ospitare di nuovo una comunità monastica, ma non verrà assolutamente commercializzato a fini di profitto. Per far questo servono fondi, persone di buona volontà, che vogliano fare quello che abbiamo fatto noi".

"L'intesa tra me e Paolo Nocentini rimane un grande mistero, è un dono della Provvidenza - ha dichiarato Don Carlo Maurizi - . Fino ad oggi si erano succeduti tavoli istituzionali, interventi, progetti per salvare l'Abbazia, ma alla fine si è aperto un varco nel cielo e anche tramite questa amicizia c'è stata data una risposta, una risposta iniziale certamente, ma noi dobbiamo assumerci la responsabilità di questo percorso perché siamo stati benedetti da un grande dono. Paolo Nocentini è un grande esempio per tanti, è una perla rara. Bisogna ritrovare un senso comunitario ed una spiritualità in risposta ad una società sempre più individualistica".

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