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Mef: "P.A., migliorano i tempi di pagamento"

Lo stock di debito residuo al 31 dicembre 2018, su 28 milioni di fatture, è di circa 26,9 miliardi

Economia
Mef: "P.A., migliorano i tempi di pagamento"
(Teleborsa) - Tempi di pagamento per la P.A. in continuo miglioramento con una media di un giorno di anticipo sui termini previsti dalla legge nel 2018. Come emerso da una nota emessa dal Mef, il sistema informativo della Piattaforma per i crediti commerciali ha registrato lo scorso anno il pagamento di 20,3 milioni di fatture, su un totale di 28 milioni emesse nel 2018.

I tempi di pagamento hanno avuto in media un anticipo di un giorno rispetto ai termini previsti dalla legge, registrando un miglioramento netto rispetto al 2016 e al 2017 quanto i tempi medi di ritardo erano rispettivamente di 16 e 10 giorni.

"La tendenza alla riduzione dei tempi di pagamento risulta generalizzata per i diversi comparti delle Pubbliche amministrazioni, sebbene permangano situazioni differenziate a livello territoriale", si legge nella nota del ministero. "Rispetto al dato medio nazionale, il Nord presenta tempi di pagamento mediamente inferiori di 8 giorni, mentre il Sud fa registrare un valore medio superiore di 11 giorni e quello del Centro risulta di 3 giorni superiore".

Il processo di miglioramento dei tempi di pagamento, fa notare il Mef, è stato favorito dai diversi interventi diretti a consentire il rispetto dei termini di pagamento stabiliti dalla Direttiva europea. Lo stock di debito residuo scaduto e non pagato alla data del 31 dicembre 2018 risulta, per il complesso dei 28 milioni di fatture, di circa 26,9 miliardi.

Il dato si riferisce alle fatture emesse nel 2018 che ha visto l'avvio del sistema Siope Plus e la conseguente acquisizione automatica dei dati di pagamento. "Va tenuto conto che in questa stima tutte le fatture per le quali non è stata effettuata la comunicazione del pagamento sono state considerate come non pagate; è, pertanto, probabile che tale dato sovrastimi il debito effettivo relativo alle fatture emesse nel 2018. Il dato sarà, quindi, oggetto di successivi aggiornamenti in esito alle verifiche con le amministrazioni debitrici", spiega il Mef.
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