(Teleborsa) -
In Italia diminuisce il numero di collaboratori domestici, artigiani e commercianti. Nel 2018 risultano iscritti alla
gestione speciale dell'Inps
1.657.591 artigiani – l'1,5% in meno rispetto al 2017 (1.682.942 iscritti) e il 3,1% in meno rispetto al 2016 (1.711.494 iscritti) –
2.199.462 commercianti, con una lieve flessione rispetto al 2017
(-0,7%,) e anche i
lavoratori domestici contribuenti (859.233 in totale) hanno registrato un
decremento pari all'1,4% (-11.807 in valore assoluto). È quanto emerge dall'aggiornamento al 2018 pubblicato oggi dall'osservatorio statistico dell'Istituto.
ARTIGIANI – Relativamente alla ripartizione per qualifica, nell'anno 2018 i titolari, con
1.531.624 iscritti, costituiscono il 92,4% del totale. La distribuzione per sesso conferma la
prevalenza maschile che rappresenta il 79,1% del totale degli artigiani e, se si considerano solo i titolari, arriva all'81,0% del totale (1.239.818 iscritti) contro il 19,0% (291.086) dei titolari di sesso femminile.
Tra i collaboratori la differenza per genere è, invece, meno marcata: i maschi con 71.799 iscritti sono poco più della metà del totale dei collaboratori (57,0%) contro 54.168 femmine. Tra gli artigiani, la
classe di età tra i 50 e i 59 anni è quella con maggior frequenza, pari al 30,4%, seguita dalla classe 40-49 anni (30,0%), gli ultrasessantenni sono il 16,5% e solo il 5,5% ha meno di 30 anni di età. A livello territoriale nel 2018 più della metà degli artigiani (56,3%) è ubicato nelle regioni del Nord.
COMMERCIANTI – Nel 2018 risultano titolari dell'azienda il 91,3% degli iscritti. Anche tra i commercianti
prevalgono i lavoratori di sesso maschile, che nel 2018 costituiscono il 65,0% dei lavoratori, percentuale in lieve aumento nel corso del tempo. La distribuzione per sesso e qualifica nell'anno 2018 mette in evidenza, come per gli artigiani, una sostanziale prevalenza dei maschi tra i titolari con 1.350.720 iscritti (67,3%), mentre
a prevalere tra i collaboratori sono le femmine con 111.456 iscritti (58,3%).
LAVORATORI DOMESTICI – Dopo il forte aumento del numero di lavoratori domestici del 2012 (+12,3% rispetto all'anno precedente) per effetto della sanatoria riguardante i lavoratori extracomunitari irregolari (D. Lgs. n.109 del 16 luglio 2012), continua anche nel 2018 il
trend decrescente che ha interessato questo settore. Dalla composizione dei lavoratori per nazionalità emerge, tuttavia, che
il calo ha interessato principalmente i lavoratori stranieri (che rappresentano il 71,4% del totale) mentre nel complesso dei lavoratori domestici, nel triennio 2016-2018 gli
italiani mostrano un andamento decisamente crescente pari al
+11,4%. Per quanto riguarda il genere, in questa categoria, il
peso delle donne ha raggiunto il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all'88,4%. L'Europa dell'Est continua a essere la zona geografica da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici: 362.294, pari al 42,2% mentre le colf costituiscono nel 2018 il 53% del totale dei lavoratori. Il numero di
badanti registra un lieve incremento (+1,5%), più elevato per i lavoratori di nazionalità
italiana (+9,1%). Più della metà dei lavoratori domestici si concentra in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Toscana. Dal punto di vista della
retribuzione nel 2018 la maggior parte dei lavoratori domestici ha dichiarato un
compenso compreso tra 1000 e 2000 euro (85.583 lavoratori pari al 10,0% del totale) mentre la retribuzione delle
badanti (54.717 sui complessivi 402.413) guadagna dai
13.000 euro in su l'anno.