(Teleborsa) -
Riprende il dialogo tra Stati Uniti e Cina. I negoziatori commerciali statunitensi e cinesi si spostano a Shanghai questa settimana
per i loro primi colloqui dopo il G20 di Osaka. Nell'incontro giapponese di giugno, Trump e il Presidente cinese Xi Jinping avevano concordato di riavviare i colloqui commerciali interrotti il mese prima.
A maggio, infatti, Washington aveva accusato Pechino di rinnegare parti importanti di un progetto di accordo e il conseguente aumento delle tariffe su 200 miliardi di dollari di beni cinesi. Posizione americana che aveva provocato l'interruzione delle trattative.
Nonostante la notizia positiva,
le aspettative di progresso durante la due giorni di Shanghai risultano al momento basse. Funzionari e aziende interessate sperano quindi che, in quel lasso di tempo, le due parti possano almeno mettere a punto i "dettagli" degli impegni. In sostanza gesti di "buona volontà" in modo da poter spianare la strada per i futuri negoziati.
Riprendono così vigore quei "temi bandiera" delle parti rimasti in stand-by e che appunto avevano anche provocato l'aumento delle tensioni tra i due Paesi: ovvero, da un lato gli acquisti cinesi di prodotti agricoli statunitensi, dall'altro la ripresa di alcune vendite al gigante Huawei Technologies da parte degli USA.
Donald Trump lo scorso venerdì 26 luglio aveva detto di ritenere che la Cina potrebbe essere tentata a non voler firmare un accordo commerciale fino a dopo le
elezioni del 2020, nella speranza di
poter poi così ottenere termini più favorevoli da un nuovo Presidente degli Stati Uniti.
In ogni caso,
più di un anno le due maggiori economie del mondo hanno, per così dire, letteralmente "preso a schiaffi" miliardi di dollari di tariffe sulle reciproche importazioni, interrompendo le catene di approvvigionamento globali scuotendo i mercati finanziari.