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Riforma giustizia, scontro Lega-M5s: ok "salvo intese", stallo su processo penale

Scintille tra alleati di Governo prima e dopo il Consiglio dei Ministri. Lega: "No a riforme di facciata". Il titolare della Giustizia:" Non vorrei che problema fosse la prescrizione"

Economia, Politica
Riforma giustizia, scontro Lega-M5s: ok "salvo intese", stallo su processo penale
(Teleborsa) - Il nuovo ring sul quale va in scena l'ennesimo scontro tra Lega e Cinquestelle si chiama Riforma della Giustizia. Non bastano neppure otto ore di confronto e un Consiglio dei Ministri fiume, sospeso due volte e poi ripreso fino alla mezzanotte: M5s e Lega non trovano l’intesa, il nodo è il processo penale. Il Cdm trova un accordo di massima su giustizia civile e riforma del Csm.

Alla fine il via libera al provvedimento è "salvo intese", la formula che politicamente significa che sono ancora tanti i nodi da sciogliere. E subito fuori da Palazzo Chigi, ancora polemiche e attacchi tra alleati.

IL "SOSPETTO" DI BONAFEDE - Fonti della Lega fanno sapere che "La riforma è tutta da riscrivere, non vogliamo provvedimenti di facciata". Il Ministro Bonafede entra a gamba tesa: "Stasera (ieri, 31 luglio, ndr) ho sentito tanti ‘no’, da parte mia c’era la disponibilità ad affrontare proposte di modifica, ma nonostante ciò non si è arrivarti a un accordo. Non vorrei che ci fosse il tema della prescrizione come nodo che non viene portato al tavolo”.

TENSIONE ALLE STELLE – Di nuovo tensione alle stelle nell’esecutivo. Salvini, in nottata, conferma il giudizio espresso nelle prime ore del mattino: Bonafede "ci mette pure la buona volontà" ma la sua "cosiddetta riforma è acqua", dovrebbe essere “imponente, storica” come quella che la Lega ha “pronta” che separa le carriere, "dimezza i tempi dei processi, premia chi merita e punisce chi sbaglia". Di contro, Di Maio blinda il suo Ministro:La sua riforma è epocale. Mi auguro che nessuno pensi di bloccarla, sarebbe grave danno al Paese".

Da oggi partiranno dei tavoli politici con il Premier Giuseppe Conte e il Ministro della Giustizia per dirimere i nodi ancora aperti sulla parte penale della riforma. Stando alle frecciate al veleno partite al termine del Cdm, sarà un lavoro tutt’altro che facile e il provvedimento promette di essere ancora oggetto di un lungo e duro confronto.
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