(Teleborsa) -
L’INPS semplifica l'iter per la domanda dell'Assegno di Inclusione agli ex detenuti, estendendo agli
Uffici di esecuzione penale esterna (UEPE) del Ministero della Giustizia il servizio di
"Validazione delle certificazioni ADI". Lo strumento, completamente digitale, consente la
verifica delle condizioni di svantaggio e il conseguente inserimento in programmi di cura o assistenza necessari per accedere all’Assegno di inclusione (ADI).
L’ampliamento del servizio rappresenta un
ulteriore passo avanti nel rafforzamento della collaborazione istituzionale tra INPS, Ministero della Salute e Ministero della Giustizia, garantendo
tempi più rapidi, maggiore
accuratezza delle verifiche e un
percorso amministrativo più semplice per chi ne ha diritto.
Cosa cambiaQuel che cambia è il
modo di accedere all’Assegno di inclusione per le persone che stanno ricostruendo la propria vita
dopo un percorso detentivo o che sono state ammesse alle
misure alternative alla detenzione e al lavoro esterno, in carico agli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna.
Gli UEPE, infatti, potranno
validare direttamente, attraverso il servizio WEB, le certificazioni relative alle condizioni di svantaggio previste dal D.M. 154/2023, tra cui rientrano
ex detenuti e persone in misure alternative alla detenzione. La validazione confermata dagli UEPE consentirà, una volta verificati gli altri requisiti,
l’immediato accoglimento e pagamento della domanda di ADI. In assenza di risposta entro 60 giorni dalla richiesta dell’Istituto, la verifica verrà considerata positiva, come previsto dalla normativa vigente.
Indicazioni operative per i richiedentiNella compilazione della
domanda ADI, i cittadini che si trovano in una delle
condizioni di svantaggio previste dovranno:
indicare la propria condizione e gli estremi della certificazione rilasciata dall’Amministrazione competente;
selezionare correttamente l'ente certificatore nel menu dedicato (ASL, Comune o Ministero della Giustizia) all’interno del quale sarà possibile individuare la struttura competente alla verifica tra cui, per il Ministero della Giustizia, l’UEPE di riferimento territoriale;
inserire eventualmente ulteriori dettagli nel campo testuale libero.
Nel caso di
errore nell’indicazione dell’Amministrazione certificatrice, sarà possibile
richiedere la correzione alla Struttura territoriale INPS prima della conclusione dell’istruttoria.
Questa evoluzione operativa - spiega l'INPS - rappresenta un
passo verso un sistema più accessibile e coordinato, che tiene conto delle specificità di chi affronta un percorso di reinserimento. Un modo concreto per tradurre in pratica i principi dell’Assegno di inclusione: sostegno economico, accompagnamento, inclusione attiva.