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Huawei presenta HarmonyOS: la risposta alla guerra di Trump

L'azienza cinese vuole proporre un'alternativa a Android e iOS senza fare la guerra ma cautelandosi da possibili attacchi. IL nuovo sistema si propone di entrare in una nuova era: multipiattaforma, a bassa latenza ed elevati standard di sicurezza

Economia, Finanza
Huawei presenta HarmonyOS: la risposta alla guerra di Trump
(Teleborsa) - Un'azienda con 118 milioni di smartphone venduti in tutto il mondo, oltre 32 miliardi di dollari di fatturato dalla telefonia e più di 58 miliardi di fatturato complessivo non poteva farsi trovare impreparata.

Huawei ha presentato il primo sistema operativo "home made", che vuole essere una risposta alla guerra commerciale avviata da Donald Trump, noto per le sue politiche protezionistiche a tutela delle aziende a stelle e strisce. Una crociata che, come ci si poteva aspettare, ha colpito soprattutto le aziende cinesi ed in particolare quelle attive nel settore strategico della tecnologia (non dimentichiamo che Huawei è colpevole di aver dato una forte accelerazione al 5G).

Si chiama HarmonyOS il sistema operativo di casa Huawei, nato non tanto per rappresentare un'offensiva alle politiche di Trump, quanto piuttosto uno strumento per cautelarsi da nuovi attacchi. L'ultimo, il bando alzato dalla Casa Bianca contro l'azienda produttrice di smartphone, che impone un'autorizzazione del Dipartimento del Commercio americano per gli acquisti di tecnologia Made in USA da parte dei produttori cinesi. Una misura non dettata esplicitamente per Huawei, bensì per tutte le società tecnologiche cinesi, che però colpisce in primis la big degli smartphone, i cui dispositivi utilizzano su larga scala il sistema operativo Android, di proprietà di Google. Il bando, che originariamente doveva scadere a metà maggio, è stato prorogato di tre mesi ed entrerà in vigore dal prossimo 19 agosto 2019.

Ecco perché HarmonyOS è arrivata proprio ora, a dieci giorni da quella data fatidica, durante la prima conferenza degli sviluppatori della storia di Huawei, presso il Dongguan Basketball Center di Shenzhen. In realtà, Huawei ha iniziato a sviluppare questo sistema operativo due anni fa nel 2017, in tempi non sospetti, ma nel corso del 2019 la ricerca ha subito una drastica accelerazione, come è da immaginare dopo le ritorsioni di Trump.

HarmonyOS non si propone solo come un'alternativa ad Android per gli smartphone, ma aspira ad essere un sistema operativo globale e multipiattaforma, cioè sarà applicato su qualsiasi dispositivo (smartphone, televisori, indossabili e perfino sulle auto). Lo ha spiegato il capo del consumer business group, Richand Yu, affermando: "Entriamo in una nuova era dove le persone si aspettano un’esperienza olistica intelligente che leghi tutti i dispositivi e scenari. Necessitavamo di un sistema operativo di questo tipo, che venga incontro alle richieste dei consumatori con bassa latenza e alto livello di sicurezza. Questi erano i nostri obiettivi con HarmonyOs".

E allora veniamo alla straordinarietà di questo sistema operativo:

HarmonyOS non intende far concorrenza ad Android, che peraltro continuerà ad essere utilizzato ancora per diverso tempo sui sistemi operativi della casa cinese, dati anche gli ottimi rapporti da sempre intrattenuti con Google, ma vuole rappresentare un'altrernativa ad Android e iOS (Apple), proponendo un sistema multipiattaforma che leghi globalmente qualunque dispositivo "connesso". Il sistema è anche open source e dunque supporterà qualunque applicazione: non solo le app Android, ma anche quelle Linux e le web-app. Per garantire la massima interoperabilità, HarmonyOS sarà caratterizzato anche da bassa latenza e sicurezza. Quest'ultimo un tratto fondamentale, dovendo essere applicato universalmente qualsiasi tipo di dispositivo.

Vedremo HarmonyOS già in autunno? Molto probabilmente bisognerà attendere il prossimo anno per vedere uno smartphone che si basa sul nuovo sistema. Per ora, sarà applicato solo sulle smart TV in Cina, una scelta di opportunità dal momento che sarà più facile testarlo sui televisori, anche se Huawei ha condotto test molto rigorosi con un certo successo in questi ultimi mesi. Inoltre, Huawei non intende certo far concorrenza a BigG, con la quale ha rapporti commerciali, di lavoro e collaborazione splendidi. Continuerà ad usare la versione open source di Android, almeno sui telefoni, ancora per un po' di tempo dopo dopo che entrerà in vigore il bando, ma l'universo sta correndo rapidamente su un nuovo modo di concepire la vita quotidiana e, riprendendo le parole del responsabile di Huawei, il nuovo sistema è pensato per "entrare in una nuova era".
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