(Teleborsa) - Prosegue
l’estate nera della politica italiana, con un
timing serrato e incalzante. Il
Senato è convocato oggi,
martedì 13 agosto alle ore 18, per il
voto sul calendario dei lavori. A riferirlo, ieri, l’ufficio stampa di Palazzo Madama al termine della conferenza dei
capigruppo che, come atteso,
non ha raggiunto l’unanimità sull’agenda della crisi di Governo. La capigruppo ha fissato
per il 20 agosto le comunicazioni del Premier Giuseppe Conte.
Slitta, invece,
alle 19 la
capigruppo della Camera prevista inizialmente per oggi alle 12, dunque dopo il voto dell’aula del Senato sul calendario. Lo riferisce Montecitorio.
ASSE M5S – PD – A quanto si apprende, secondo calcoli del Pd, oggi in Aula al voto potrebbero essere presenti - al netto di chi non riuscirà a rientrare dalle vacanze - 102 senatori M5s su 107, 45 Dem su 51 e 12 senatori del Misto:
in totale 159 parlamentari, contro i 136 voti potenziali di Lega, Fi e Fdi. L'asse nuovo di zecca M5s, Dem, Leu più altri del Misto, potrebbe dunque approvare il suo calendario e programmare
l’informativa di Conte non prima della prossima settimana. Una mossa questa che farebbe infuriare
Salvini, Forza Italia e Fratelli d’Italia, in pressing per votare la
sfiducia a Conte prima di Ferragosto, già il 14.UNA CRISI "ANOMALA" – Una
crisi inaspettata quanto
complicata e anomala. Fin qui, infatti,
tanti scenari aperti, nessuna certezza. Basti pensare che, allo stato attuale, tutte le "
pedine" dello scacchiere gialloverde sono ancora
saldamente al loro posto. Il Premier
Conte, sfiduciato dalla Lega, è al timone di un
Governo che di fatto
non c’è più mentre
Di Maio invita Salvini – anche lui in carica- a
ritirare i suoi ministri. Appello, per ora, caduto nel vuoto.
TUTTI INVOCANO MATTARELLA – Sullo scenario, incertissimo, aleggia la
figura di garanzia, mai come in questo caso, del Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella: invocato da tutti, prosegue – per ora – nella sua
linea di arbitro silenzioso in questa
crisi agostana.Una
distanza, fisica e metaforica,
resa plasticamente dalla scelta di concedersi una pausa all’Ammiragliato della
Maddalena, in Sardegna: pochi giorni di vacanza prima di entrare
ufficialmente in campo, nel momento più opportuno quando cioè il quadro generale sarà – se non chiaro – quantomeno più definito.
Sic stantibus rebus, infatti, ancora molte (troppe) le
incognite da sciogliere: solo dopo l
o svolgimento del dibattito sulle comunicazioni del Premier Conte, le decisioni dei partiti, e un eventuale voto, il Capo dello Stato – in cima alla lista dei cui pensieri c’è senza dubbio la
tenuta dei conti pubblici – deciderà
cosa fare.