(Teleborsa) - Il
Senato ha approvato in via definitiva il
nuovo decreto flussi, rafforzando uno strumento che negli ultimi anni ha integrato il sistema delle quote per far fronte alla crescente domanda di manodopera nel settore dell’assistenza. Il provvedimento, già passato alla Camera lo scorso 18 novembre, introduce una serie di misure che incidono sui
permessi di soggiorno per lavoratori provenienti da Paesi extra UE, ampliando temporaneamente gli ingressi e intervenendo su
tempistiche e
durata dei titoli autorizzativi. La maggioranza ha sostenuto il decreto, mentre le opposizioni hanno votato contro.
Uno dei punti centrali è la
proroga fino al 2026 dell’ingresso e soggiorno "extra-quota" per un massimo di
10.000 lavoratori destinati all’
assistenza familiare e sociosanitaria. La misura riguarda gli addetti alla cura di persone con disabilità, anziani non autosufficienti e, dopo una modifica in commissione, anche dei bambini fino a sei anni. Una scelta accolta con favore da
Assindatcolf, l’associazione dei datori di lavoro domestico: il presidente
Andrea Zini ha definito l’ampliamento "molto soddisfacente", sottolineando come l’estensione permetterà di reperire più facilmente figure qualificate in un settore dove la domanda supera da tempo l’offerta.
Dal
punto di vista operativo, il decreto interviene in modo significativo sui
tempi autorizzativi: viene introdotto un limite massimo di 30 giorni per il rilascio del nulla osta al lavoro dalla presentazione della domanda nominativa, mentre il periodo per richiedere il visto d’ingresso — dopo la formazione nei Paesi d’origine — viene esteso in via sperimentale a 12 mesi, con validità fino al 31 dicembre 2027. Sul fronte della
protezione sociale, aumenta da 6 a 12 mesi la durata dei permessi di soggiorno per vittime di tratta, grave sfruttamento o intermediazione illecita, con possibilità di proroga per favorire l’inserimento socio-lavorativo. Ai titolari di tali permessi, così come alle vittime di violenza domestica, è inoltre riconosciuto l’accesso all’assegno di inclusione, eliminando i requisiti ordinari di cittadinanza e residenza continuativa.
Il decreto prevede infine ulteriori
modifiche strutturali: il contingente dei
volontari stranieri verrà stabilito su base triennale e non più annuale; il termine per il nulla osta al
ricongiungimento familiare passa da 90 a 150 giorni; e al Tavolo per il contrasto al
caporalato potranno partecipare anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti.