(Teleborsa) - Ancora segno meno per
Deutsche Bank che, per la seconda volta di fila, chiude un trimestre in rosso. La perdita netta attribuibile agli azionisti nel
terzo trimestre 2019 è pari a 942 milioni di euro (contro i 130 milioni di utile dello stesso periodo del 2018) mentre il rosso di pertinenza dei soci è pari a 859 milioni (si confronta con un utile di 211 milioni nello stesso trimestre del 2018) con il titolo in borsa che ha registrato un -4%.
I ricavi del trimestre calano del 15% a 5,26 miliardi e la perdita cumulata dei nove mesi, che tiene conto di 3 miliardi di accantonamenti fatti entro giugno, sale a 3,87 miliardi contro i 692 milioni di utili dei nove mesi del 2018.
Alla base vi è l'impegnativo
piano di ristrutturazione, che punta su un
taglio complessivo di circa 18mila addetti, e i relativi oneri che sta affrontando la banca tedesca. "Nonostante abbiamo lanciato la ristrutturazione più ampia da vent'anni – ha commenta il
ceo Christian Sewing – registriamo profitti nei nostri quattro business core nel trimestre e una crescita degli impieghi e del risparmio gestito".
I risultati sono i primi dopo la
decisione del vertice di uscire dal trading di equities allo scopo di ridurre i rischi e tagliare la forza lavoro. La perdita netta è però superiore a quanto stimato dagli analisti consultati da Bloomberg, che prevedevano un rosso di 714 milioni di euro. La CRU, l'unità creata a luglio 2019 per smaltire asset non core, ha registrato perdite pre-tasse per 1 miliardo, dovute all'uscita da business non strategici.