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Istat, in Italia l'11,1% delle donne non ha mai lavorato per i figli

Interruzione lavorativa o mancata partecipazione a mercato del lavoro per la cura dei figli riguardano quasi esclusivamente le donne

Economia
Istat, in Italia l'11,1% delle donne non ha mai lavorato per i figli
(Teleborsa) - Lavoro e maternità sembrano ancora viaggiare su due binari paralleli nel nostro Paese.

Stando ai dati forniti dall'Istat, in Italia l'11,1% delle donne con almeno un figlio non ha mai lavorato per prendersi cura dei figli, un valore decisamente superiore alla media europea (3,7%). Nel Mezzogiorno, una donna su cinque con almeno un figlio dichiara di non aver mai lavorato per potersene prendere cura. In questa stessa area del Paese si registra anche la quota più alta di donne che dichiarano di non lavorare per motivi non legati alla cura dei figli (12,1% rispetto al 6,3% della media italiana e al 4,2% della media europea). L'interruzione lavorativa per chi è occupato o la mancata partecipazione al mercato del lavoro per motivi legati alla cura dei figli riguardano quasi esclusivamente le donne. Nel 2018, tra le donne da 18 a 64 anni che hanno avuto figli nel corso della vita, le occupate o le ex occupate che hanno interrotto l'attivita' lavorativa per almeno un mese continuativo allo scopo di prendersi cura dei figli piccoli sono quasi il 50%.

Il tasso di occupazione delle madri di 25-54 anni, nel nostro Paese - sottolinea il report - è al 57%, quello delle donne senza figli coabitanti è al 72,1%. I tassi di occupazione più bassi si registrano tra le madri di bambini in età prescolare: 53% per le donne con figli di 0-2 anni e 55,7% per quelle con figli di 3-5 anni. D'altro canto, la quota di chi resta fuori dal mercato del lavoro è più bassa per i padri rispetto agli uomini senza figli (il tasso di inattività e' rispettivamente 5,3% e 9,1%) e più alta invece per le madri (35,7% contro 20,3%). Le diverse dinamiche occupazionali tra madri e donne senza figli sono accentuate a livello territoriale: il divario nel tasso di occupazione è più contenuto al Centro e al Nord (11,2 e 10,4 punti percentuali rispettivamente), mentre nel Mezzogiorno raggiunge i 16 punti percentuali. Nelle regioni meridionali, inoltre, il tasso di occupazione delle madri risulta particolarmente basso (35,9%) mentre al Centro e al Nord si attesta rispettivamente al 65,1% e al 69,4%. Per il lavoro delle madri è cruciale il titolo di studio: è occupato oltre l'80% delle madri con la laurea contro poco più del 34% di quelle con titolo di studio pari o inferiore alla licenza media.

Poco meno di un terzo dei nuclei familiari con figli minori usa i servizi, il 38% conta sull'aiuto di familiari, soprattutto dei nonni, oppure di amici. Tra le madri di figli di 0-14 anni che dichiarano di non utilizzare i servizi circa il 15% ne avrebbe bisogno; tale quota sale al 23,2% per chi ha figli tra 0 e 5 anni, a 19,1% tra le non occupate e al 17,5% per le residenti nel Mezzogiorno. Le motivazioni per le quali non si ricorre all'utilizzo dei servizi sono perché risultano troppo costosi (9,6%) oppure assenti o senza posti disponibili (4,4%). In particolare, lamentano costi troppo alti le madri con figli di 0-5 anni (15,6%) e le non occupate (12,9%), le quote più alte per la mancanza dei servizi sono sempre tra le madri di figli in età prescolare (6%) e le residenti nel Mezzogiorno (5,5%).

Se si guarda infine al nucleo familiare per intero e a livello europeo, in Italia risultano quasi 650 mila le persone che si prendono cura contemporaneamente di figli minori di 15 anni (coabitanti e non) e di altri familiari malati, disabili o anziani di 15 anni e più: l'1,9% delle donne di 18-64 anni e il 3% della popolazione nella fascia di età 35-54 anni. Nel 2018 circa 106 milioni di persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni hanno dichiarato di avere responsabilità di cura nell'Ue28 (34,4% della popolazione europea in questa classe di eta')i. L'Irlanda è il paese dove la quota di individui con responsabilità di cura è più alta, quasi il 45% della popolazione. Le percentuali più basse (circa il 28%) sono in Germania e Bulgaria mentre l'Italia, con il 34,6%, risulta allineata con la media europea.
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