(Teleborsa) - La
FAA, organismo statunitense di regolamentazione del settore aereo,
non emetterà la nuova
certificazione di volo per il modello Boeing 737 Max tendenzialmente
prima del 2020 inoltrato. Notizia che ha indotto
Boeing ad annunciare ieri lo
stop alla produzione dell’aeromobile, con le inevitabili
conseguenze negative sul titolo azionario del costruttore americano a Wall Street.
La scelta di
Boeing, che dal marzo scorso (
dopo la messa a terra del Max) aveva continuato a
produrne al ritmo di 40 esemplari al mese, segue una logica industriale. Nello
stabilimento di Renton, nello Stato di Washington, i
12mila dipendenti che lavorano intorno a questo programma avranno
occupazione garantita e le loro mansioni saranno distribuite nei vari comparti, anche per
mantenere attivo il centro di produzione affinché sia
pronto a ripartire quando le condizioni lo permetteranno.
E’ ciò che spera Boeing insieme al
vasto indotto americano costretto a
incrociare le braccia, senza dimenticare le
compagnie aeree che hanno puntato su questo modello e si ritrovano a
rivedere i piani operativi, di espansione e potenziamento del proprio network, nonché a fare i conti con il promesso risparmio di carburante che anche nel corso del 2020 non potrà esserci. Sono
oltre 700 i 737Max già
assegnati ai vettori e fermi negli hangar in tutto il mondo, 400 gli esemplari prodotti negli ultimi dieci mesi, mentre gli
ordini ammontano a cinquemila.
La
riprogettazione del software che regola il funzionamento del sistema di pilotaggio automatico (
Mcas), sviluppato per correggere l’assetto di volo e che, nella versione precedente, è risultato essere causa dei
due incidenti in Indonesia e Etiopia con 346 vittime,
non è bastata a convincere le autorità aeronautiche americane al rilascio della nuova certificazione di volo.
La
FAA avrebbe richiesto ulteriori test e verifiche per dimostrare che l’aeromobile soddisfa appieno la sicurezza operativa. Da quando la stessa FAA riterrà il 737 Max nuovamente idoneo,
toccherà agli altri enti emettere a loro volta la certificazione all’operatività nei cieli di propria competenza, e tra essi c’è
l’EASA per l’Europa.
Al destino del 737 Max non si sottraggono gli aeroporti, che hanno puntato sull'impiego di questo aeromobile da parte di grandi compagnie aeree come
Ryanair per l’abbattimento del rumore.