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Confindustria, Illy non si autocandida e pensa al Piano Strategico per l'Italia

Scelti i "saggi" che in settimana riceveranno le autocandidature di industriali. A fine marzo la designazione in consiglio del futuro presidente

Economia
Confindustria, Illy non si autocandida e pensa al Piano Strategico per l'Italia
(Teleborsa) - "Come noto negli ultimi mesi mi sono impegnato nella verifica, in Italia e all'estero, delle condizioni per la realizzazione di un Piano Strategico per l'Italia, confrontandomi con centinaia di imprenditori, amministratori pubblici, accademici e rappresentanti istituzionali. Ancorché l'idea del Piano Strategico per l'Italia abbia riscontrato un gradimento sorprendentemente elevato non sembrano sussistere al momento le condizioni operative per la sua realizzazione, secondo le modalità originariamente concepite". È con queste parole, contenute in una nota diramata ieri sera, che Andrea Illy ha annunciato il suo passo indietro dalla corsa alla presidenza di Confindustria. "Ciononostante – ha aggiunto l'imprenditore triestino – il nostro Paese è in condizioni di grande fragilità, specie di fronte a un possibile shock internazionale. L'idea di elaborare un Piano Strategico per l'Italia rappresenta una delle poche soluzioni per riguadagnare credibilità a livello internazionale e mobilitare più investimenti per uscire dalla prigione del debito pubblico. Poiché il ruolo di leadership che potrebbe esercitare Confindustria in questa iniziativa è determinante, sarebbe opportuno separare la dinamica del Piano Strategico dalla problematica del rinnovo della carica di presidente di Confindustria. È dunque necessario far ricorso alla più ampia consultazione a livello dei consigli di tutte le associazioni settoriali e territoriali, onde evitare le possibili distorsioni cui si presta la procedura di autocandidatura".



In base allo scenario delineato dalle indiscrezioni entro la fine della prossima settimana arriveranno le autocandidature degli altri 4 industriali in corsa. In lizza ci sarebbero Licia Mattioli, attuale vicepresidente di Confindustria per l'internazionalizzazione; il leader di Assolombarda Carlo Bonomi; il presidente di FederLegnoArredo Emanuele Orsini e l'industriale dell'acciaio Giuseppe Pasini. Illy, che non si presenterà in questa prima fase, sembra, tuttavia, non escludere la possibilità di entrare in gioco durante le consultazioni previste per scandagliare il clima in tutte le articolazioni del sistema di rappresentanza degli industriali ed eventualmente far emergere dalla base nuovi nomi.

A gestire la delicata fase delle consultazioni saranno i tre saggi nominati per sorteggio in consiglio generale da una rosa di nove industriali. Sono una imprenditrice umbra e due veneti: Maria Carmela Colaiacovo, Andrea Tomat e Andrea Bolla. La loro nomina ha segnato l'avvio dell'iter che porterà a fine marzo alla designazione in consiglio del futuro presidente, e a fine maggio all'elezione in assembla.

Nella prima settimana dall'insediamento (che sarà probabilmente già oggi) i saggi riceveranno le autocandidature di industriali che dovranno dimostrare di poter già contare su una buona base di consenso certificata dalla firma dei sostenitori (il 10% dei voti assembleari o dei componenti del Consiglio Generale).Oltre a fare i i notai, i saggi avranno anche un ruolo attivo, di riflessione e di stimolo, del gioco delle alleanze e degli equilibri.
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