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Il tragico "svio"del Frecciarossa nel lodigiano: indagati 5 tecnici RFI

La "squadra" proveniente da Piacenza per l'ordinaria manutenzione notturna in quel tratto di rete AV non avrebbe controllato adeguatamente la conclusione del lavoro

Economia, Trasporti
Il tragico "svio"del Frecciarossa nel lodigiano: indagati 5 tecnici RFI
(Teleborsa) - Confermata l'ipotesi investigativa dell'errore umano. Per il disastro del "Frecciarossa 1000" Milano-Salerno deragliato alle 5,34 di mercoledì 5 febbraio in piena velocità a Ospedaletto Lodigiano con poco più di 30 persone a bordo all'altezza del Pm (Posto di Movimento) di Livraga, la Procura di Lodi ha iscritto nel registro degli indagati 5 dipendenti di RFI, 4 tecnici e un caposquadra incaricati della sostituzione di un elemento del deviatoio fortemente sospettato di aver provocato l'incidente. I "cinque", appartenenti a una "squadra" di Piacenza, per il momento sono stati destinati "ad altri incarichi" dai vertici di Rete Ferroviaria Italiana nell'attesa che si chiarisca la loro posizione. Intanto oggi a Lodi saranno "ascoltati" dai magistrati che conducono l'inchiesta.

Convocati dal Procuratore Domenico Chiaro anche i responsabili della sicurezza di RFI e quanti, dalla sala controllo di Bologna avevano dato il "via libera" da remoto al 9595 partito alle 5,10 da Milano Centrale e 10 minuti dopo dalla stazione Rogoredo. L'intervento della squadra di Piacenza faceva comunque parte della consueta manutenzione programmata che ogni notte, da mezzanotte sino intorno alle 5 del mattino, quando Frecce e Italo non prestano servizio, è attiva per la sicurezza dell'intera rete Alta Velocità. Nel caso di Ospedaletto Lodigiano si era trattato di smontaggio, pulizia e sostituzione di elementi degli scambi che permettono al materiale viaggiante di accedere ai binari di servizio. Secondo quanto è trapelato, al termine dell'intervento sarebbe stata riscontrata un'anomalia che non rilevava quale fosse la reale "posizione" dello scambio. Anomalia che aveva portato i 5 tecnici a "isolare elettricamente" il deviatoio mantenendolo fisso in posizione rettilinea.

Dagli accertamenti sarebbe emerso che l'operazione di manutenzione si è conclusa intorno alle 4,30, ma senza tuttavia provvedere a un ultimo controllo del "fissaggio" del pezzo rimontato. Controllo peraltro previsto dalla procedura e indispensabile per confermare al centro di controllo di Bologna che tutto era posto. Conferma che sembrerebbe in ogni caso "concessa" per via informatica sia ai "controllori" a terra nel capoluogo emiliano che ai macchinisti in viaggio sull'ETR 1000. Disattenzione e leggerezza? In ogni caso indicazioni che hanno fatto si che sullo schermo in dotazione ai 2 macchinisti poi deceduti nello schianto, Dicuonzo e Cicciù, apparisse la scritta "deviatoio 05 disalimentato e confermato in posizione normale". Ovvero l'impossibilità di evitare il disastro di un treno lanciato a 290 chilometri l'ora.

I sindacati dei ferrovieri, che ieri avevano indetto due ore di sciopero (dalle 12 alle 14) in segno di lutto e di protesta, in un incontro con l'Azienda, hanno ottenuto che la paga trattenuta a ciascun dipendente che ha aderito all'astensione dal lavoro sia devoluta alle famiglie dei due macchinisti morti nell'incidente.

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