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Air Italy, sindacati chiedono soluzione di sistema: "Traditi dalla politica"

Prevista trasferta a Roma giovedì 20 durante vertice Mit. Domani due presidi contemporanei davanti alla Regione Lombardia e alla Regione Sardegna

Economia, Trasporti
Air Italy, sindacati chiedono soluzione di sistema: "Traditi dalla politica"
(Teleborsa) - "Non vogliamo essere liquidati" e "non abbiamo paura di usare la parola nazionalizzazione". Questo il messaggio lanciato dagli oltre 250 dipendenti di Air Italy, riuniti oggi nella palazzina di Sea, presso il Terminal 2 dell'aeroporto milanese di Malpensa, per difendere "il Paese" e il proprio "diritto di lavoratori" in seguito all'avvio della procedura di licenziamento per i 1.450 lavoratori della compagnia aerea.



"Abbiamo ricevuto 1.500 lettere che debbono diventare 1.500 volti e 1.500 famiglie da rispedire al mittente – spiega Rosario Caciuottolo della Uilt-Uil –. Nessuno di noi in 30 anni ha mai assistito a un'operazione di una tale veemenza e violenza, nessuno di noi se la merita, dobbiamo difendere il nostro Paese, il nostro reddito, il nostro diritto di lavoratori. In un minuto ci hanno riservato un torto e noi vogliamo che ci restituiscano il nostro posto di lavoro e la nostra dignità, ne abbiamo il diritto".

"Ci troviamo di fronte a una situazione che nessuno avrebbe potuto immaginare e la cosa più grave è il tradimento di un attore fondamentale, più di tutti gli altri: la politica che ha sottoscritto nel 2016 un impegno preciso, nel quale i lavoratori lasciavano in campo molto di se stessi in cambio di un rilancio da parte degli azionisti – ha affermato in assemblea il segretario generale della Filt-Cgil di Varese Luigi Liguori –. Poi, partendo da piani sbagliati, sono mancate in questi anni le risorse. C'erano nel piano 50 aeromobili – ha spiegato – e 10 milioni di passeggeri, questa era un'opportunità fondamentale, ma non è stato realizzato. Da più di anno a tutti i livelli stiamo sollecitando la politica l'ultima lettera è di 20 giorni fa. A questo punto, per Liguori, "nonostante il forte ritardo non ci sono alternative" ed è "la politica che dovrà prendere in mano il sistema perché siamo l'unico Paese sviluppato senza una compagnia di bandiera". Il primo vettore del nostro Paese – ha spiegato Liguori – è un low cost, che ha portato via tutto quello che poteva portare via, magari con le risorse dei territori. Il trasporto aereo – ha concluso – produce il 4% del Pil e non ha una protezione adeguata, il massimo che fanno i governi è allontanare il problema e noi siamo stanchi di questa situazione. Ora la soluzione deve essere di sistema, con regole certe per tutti, che debbono essere rispettate anche dalle compagnie estere, non solo da quelle italiane".

"Il problema – ha affermato il segretario della Fit-Cisl di Varese e provincia Gaetano Cannisi – non va risolto con la cassa integrazione ma con un posto di lavoro a cui abbiamo diritto".

Per Riccardo Lonetto della Usb "la soluzione deve essere un intervento pubblico, la cassa integrazione deve servire a questo, per creare una soluzione di sistema, serve un tavolo unitario di tutto il trasporto aereo per il recupero occupazionale. Oggi la liquidazione di Air Italy non è più possibile, non è più accettabile dopo i sacrifici accettati in passato. Adesso pretendiamo una soluzione di sistema e non abbiamo paura di usare la parola nazionalizzazione, per Alitalia ma anche per Air Italy".

I prossimi appuntamenti sono per domani dalle 9 alle 15, con due presidi contemporanei davanti alla Regione Lombardia e alla Regione Sardegna. A Roma il 20 ci sarà a Roma il presidio davanti al Mit in occasione del tavolo al Ministero e i dipendenti da Cagliari "arriveranno in nave passando la notte a bordo", è stato spiegato. Per il 25 è convocato poi lo sciopero nazionale del trasporto aereo. Un appuntamento – hanno sottolineato i sindacalisti in assemblea – preso prima della crisi di Air Italy.

ASSEMBLEA A OLBIA – Sempre oggi almeno 200 dipendenti di Air Italy sono riuniti nell'aula magna del dipartimento di Economia del Turismo, all'interno dell'aeroporto Costa Smeralda di Olbia. Il personale ha già attivato un presidio permanente nell'hangar aziendale adiacente all'aerostazione dal primo giorno in cui gli azionisti hanno deciso la messa in liquidazione in bonis della società. Al centro dell'assemblea di Olbia le richieste da presentare domani ai capi gruppo del Consiglio regionale che riceveranno dipendenti e sigle in occasione della seduta dell'Aula dedicata alla crisi di Air Italy, e la fattibilità della trasferta di una delegazione a Roma giovedì 20 quando la ministra De Micheli incontrerà i sindacati e i rappresentanti delle regioni Sardegna e Lombardia.

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